La riforma del reddito di cittadinanza per il 2023 e la sua eliminazione nel 2024, potrebbe causare nuove conseguenze sullo stato civile degli italiani. Questa volta sarà un effetto opposto a quello avuto quando il sussidio fu introdotto.
Il boom dei divorzi del passato ora potrebbe essere pareggiato da un nuovo boom di unioni civili. Il motivo di ciò è da ricercare proprio nelle modifiche che il Governo Meloni, con la Legge di bilancio 2023, apporterà a questa forma di sostegno economico, fino a oggi garantita a chi non ha lavoro.
Manovra di bilancio che è ancora sotto gli effetti degli emendamenti. Camera e Senato lavorano per arrivare in questi giorni all’approvazione del testo definitivo che dovrà approdare in Gazzetta Ufficiale entro il 31 dicembre 2022. Il rischio, se la data non si rispetta, è l’esercizio provvisorio.
Reddito di cittadinanza 2023, cosa dice la Manovra
La nuova finanziaria, nel testo attuale, dice che nel 2023, per le persone con età tra i 18 anni e i 59 anni, il reddito di cittadinanza sarà pagato solo per 7 mensilità al massimo. Quindi, non più per 18 mesi, rinnovabili.
Inoltre dice che il sussidio si perde se:
- si rifiuta la prima offerta di lavoro congrua;
- oppure se non si partecipa per almeno 6 mesi a un corso di formazione professionale o di riqualificazione.
Sono previste però eccezioni alle citate regole (durata di 7 mesi e le altre due appena elencate). Non si applicheranno per quei nuclei familiari in cui sono presenti:
- figli minori;
- persone con disabilità;
- persone con un’età anagrafica dai 60 anni in su.
Dal 2024, invece, il reddito di cittadinanza dovrebbe sparire per fare posto a una nuova misura di sostegno contro la povertà.
Le conseguenze: tutti a sposarsi?
Avere una persona di oltre 60 anni nel nucleo familiare, quindi, nel 2023 potrebbe risultare conveniente. Questo, perché significherebbe garantirsi il reddito di cittadinanza per un numero maggiore di mensilità rispetto alle 7 previste.
Molti percettori, single e divorziati, dunque, potrebbero ben pensare di unirsi in matrimonio con un/una sessantenne. Attenzione però che poi se il o la sessantenne ha reddito (perché lavora o è pensionato o altro) ciò inciderà sul diritto al reddito di cittadinanza stesso.
La Legge di bilancio 2023, infatti, non interviene sui requisiti da rispettare per aver diritto al sussidio. A questo proposito, ad esempio, ricordiamo che per avere il reddito di cittadinanza è richiesto un valore ISEE del nucleo familiare inferiore a 9.360 euro. Trovi qui i requisiti per il reddito di cittadinanza.
D’altronde proprio la necessità di rispettare questi requisiti reddituali in capo al nucleo familiare, come detto in premessa, il reddito di cittadinanza, quando fu introdotto, portò molte coppie alla separazione solo sulla carta, pur continuando di fatto a vivere insieme.