È iniziata la conta per i percettori del reddito di cittadinanza. Partono gli ultimi 7 mesi in cui potrà essere percepito il sussidio. Si tratta del risultato delle ultime novità introdotte dalla manovra di bilancio 2023.
Una finanziaria che ha messo alle corde il reddito di cittadinanza stabilendo alcune restrizioni per il 2023 e prevedendo al tempo stesso la sua cancellazione dal 2024 per fare spazio ad una nuova misura di sostegno alla povertà.
La restrizione più dura riguarda la durata. Per gli abili al lavoro che percepiscono il beneficio, il pagamento nel 2023 sarà per un massimo di 7 mensilità e non più 18 mesi rinnovabili.
Tuttavia, la stretta non vale per tutti. Ci saranno coloro che percepiranno il redditi di cittadinanza 2023 per più di 7 mesi. Si tratta dei nuclei familiari in cui sia presente almeno uno tra i seguenti soggetti:
- persona disabile
- figli minori
- persona con età di almeno 60 anni.
Per questi nuclei familiari, quindi, nel 2023 il sussidio sarà pagato per tutti i 12 mesi.
Reddito cittadinanza, la conta dei 7 mesi
Conseguenza della restrizione è che chi (abile al lavoro) percepiva già il sussidio nel 2022 potrà averlo nel 2023 al massimo per altri 7 mesi. Stessa cosa per chi presenta la domanda per la prima volta nel 2023. Infatti, chi ne ha diritto potrà, comunque, presentare domanda.
In attesa di chiarimenti ufficiali da parte dell’INPS proviamo a illustrare i diversi scenari che si potrebbero verificare per gli abili al lavoro.
Ipotesi 1
Soggetto che al 1° gennaio 2023 già percepisce reddito di cittadinanza. Questi, potrà percepire il sussidio al massimo fino a luglio 2023.
Ipotesi 2
Soggetto che al 1° gennaio 2023 già percepisce reddito di cittadinanza e che lo rinnova a maggio 2023. Questi, potrà percepire il sussidio comunque al massimo fino a luglio 2023.
Ipotesi 3
Soggetto che presenta per la prima volta domanda reddito di cittadinanza ad aprile 2023.
Ipotesi 4
Soggetto che percepisce il reddito di cittadinanza fino a luglio 2023, non potrà più rinnovarlo per i mesi successivi.
Le altre restrizioni della manovra 2023
La legge di bilancio 2023 non solo è intervenuta con restrizioni sulla durata, ma ha previsto altre strette.
Si stabilisce che decade dal reddito di cittadinanza chi rifiuta anche la prima offerta di lavoro congrua. Pertanto non più al secondo rifiuto.
Decadrà anche chi non seguirà per almeno 6 mesi nel 2023 un corso di formazione o riqualificazione professionale. Saranno le regioni a dover segnalare ad ANPAL chi non rispetta questo requisito.
Se poi si tratta di percettori di reddito di cittadinanza di età compresa tra 18 anni e 29 anni, si perderà il sussidio se non si è in regola con il percorso scolastico obbligatorio. Questi, però potranno conservarlo se dimostrano l’iscrizione e la frequenza di percorsi di istruzione per adulti di primo livello o comunque funzionali all’adempimento dell’obbligo di istruzione.