Reddito cittadinanza, ecco quanto perdi per ogni euro se inizi a lavorare

E’ quantifica la perdita per ogni euro di reddito di cittadinanza, laddove il percettore decide di accettare un lavoro retribuito
2 anni fa
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Il legislatore non preclude a chi è percettore del reddito di cittadinanza di accettare lavori retribuiti e senza che ciò causi la perdita del sussidio stesso. Ne consegue però una diminuzione dell’importo mensile percepito.

Inoltre bisogna prestare attenzione sempre e comunque al mantenimento dei requisiti previsti per beneficiarne. Uno stipendio troppo elevato porterebbe alla perdita del reddito di cittadinanza in quanto potrebbe, ad esempio, non più essere rispetto il requisito economico per averlo. Ci riferiamo al valore ISEE che deve essere inferiore a 9.360 euro.

Occorre, quindi, ben ponderare la scelta ed in particolare capire se il lavoro che ci si appresta ad accettare permetta, comunque, di rientrare nei requisiti del beneficio. In caso contrario si decade.

Accettare un lavoro, quanto si perde su ogni euro del sussidio?

Se il percettore del reddito di cittadinanza, pertanto, dopo le attente valutazioni, decide di accettare un lavoro ed i requisiti non sono compromessi, questi non decade dal sussidio. Tuttavia, quest’ultimo non sarà più pagato per intero ma solo come integrazione al reddito da lavoro.

In un documento studio sul reddito di cittadinanza, il del Comitato scientifico di valutazione ha quantificato la perdita.

In particolare è stimato che, per chi percepisce il reddito di cittadinanza ed inizia a lavorare come dipendente, il sussidio si riduce, per ogni euro guadagnato, di 80 centesimi. Quindi, un reddito di cittadinanza netto di soli 20 centesimi.

Una riduzione così consistente è la causa scatenante che può scoraggiare l’accettazione di un lavoro e può anche spingere verso il lavoro nero. Ecco quindi, che lo stesso Comitato scientifico suggerisce di incentivare la convenienza a lavorare anche mentre si percepisce il sussidio, riducendo la perdita prevista in caso di accettazione di un’occupazione.

Il bonus partita IVA reddito di cittadinanza

Cosa diversa, invece per coloro che, percettori del sussidio, decidono di avviare un’attività con partita IVA.

Per loro, infatti, è previsto un beneficio addizionale reddito cittadinanza.

In dettaglio per chi avvia un’attività lavorativa autonoma, di impresa individuale o una società cooperativa entro i primi 12 mesi di fruizione del sussidio, è riconosciuto un importo pari a 6 mensilità del reddito di cittadinanza medesimo, per un massimo di 780 euro mensili. Il beneficio, in questo caso è erogato in unica soluzione.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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