“Il giorno più bello? Oggi. L’ostacolo più grande? La paura. La cosa più facile? Sbagliarsi. L’errore più grande? Rinunciare. La felicità più grande? Essere utili agli altri. Il sentimento più brutto? Il rancore. Il regalo più bello? Il perdono. Quello indispensabile? La famiglia“. Questi sono alcuni versi di una poesia di Madre Teresa di Calcutta che mettono in luce quali siano davvero le cose più importanti e preziose della vita. Tra queste si annovera la famiglia che si rivela essere da sempre il nostro punto di riferimento e fonte di forza.
Proprio i famigliari e le persone più care, d’altronde, ci sono vicine e ci aiutano a superare i momenti di difficoltà. In determinati casi, inoltre, alcune categorie di famigliari possono aiutare a percepire anche qualche sussidio in più. Lo sanno bene molti percettori del reddito di cittadinanza che avranno diritto alla relativa erogazione fino a dicembre del 2023 a patto che nel nucleo famigliare siano presenti le seguenti categorie di persone. Ecco di chi si tratta.
Supporto per la formazione e il lavoro: debutto a settembre 2023
Il governo Meloni ha deciso di apportare importanti cambiamenti al reddito di cittadinanza. Quest’ultimo verrà erogato nel corso del 2023 per massimo sette mesi a favore dei cosiddetti occupabili. Ovvero coloro aventi un’età compresa tra i 18 anni e i 59 anni in grado di lavorare. Quest’ultimi, quindi, se percepiscono il sussidio targato Movimento 5 Stelle in modo continuativo da gennaio, si vedranno erogare l’ultima mensilità il prossimo mese di luglio.
Al posto del reddito di cittadinanza debutterà, a partire dal 1° settembre 2023, il Supporto per la formazione e il lavoro. Ovvero un contributo da 350 euro al mese, che verrà erogato purché i soggetti interessati prendano parte a progetti di orientamento, formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, politiche attive del lavoro.
Reddito di cittadinanza luglio 2023: tre categorie di familiari che ti salvano il sussidio
Vi sono delle categorie di familiari che salvano il reddito di cittadinanza per l’anno in corso.
A partire dal 1° gennaio 2024 si assisterà all’addio definitivo al reddito di cittadinanza che verrà rimpiazzato dall’assegno di inclusione. Tale trattamento, così come stabilito dall’articolo 3 del decreto legge numero 48 del 4 maggio 2023, si presenta come un beneficio economico che:
“su base annua, è composto da una integrazione del reddito familiare, come definito nel presente decreto, fino alla soglia di euro 6.000 annui, ovvero di euro 7.560 annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza”.
L’importo dell’assegno di inclusione, quindi, sarà pari a 500 euro al mese. A tale importo è possibile aggiungere un eventuale contributo per l’affitto fino a 280 euro al mese. In caso di famiglie con tutte persone aventi un’età pari almeno a 67 anni o da 67enni e disabili, invece, l’importo dell’assegno di inclusione aumenta fino a 630 euro al mese. In tal caso l’integrazione per l’affitto scende a 150 euro.