In questi giorni si sta tanto parlando del reddito di cittadinanza e delle possibili modifiche che il nuovo esecutivo a guida Mario Draghi ne vorrebbe apportare.
Nella Legge di Bilancio, infatti, il governo starebbe per apportare alcune modifiche al reddito di cittadinanza che andranno in senso restrittivo, a cominciare dai controlli effettuati in fase di richiesta del sussidio, soprattutto dopo i numerosi casi di abusi. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Reddito di cittadinanza, cosa cambia dal prossimo anno?
Come già detto in apertura, il governo starebbe pensando ad alcune modifiche da apportare all’istituto del reddito di cittadinanza che andranno in senso restrittivo, a cominciare dai controlli preventivi sulle richieste di accesso al sussidio, incrociando le banche dati della pubblica amministrazione.
In secondo luogo, dovrebbero essere previsti anche dei meccanismi di decurtazioni a partire dalla seconda offerta di lavoro rifiutata da parte dei beneficiari occupabili. Attualmente, si perde il diritto al sussidio solamente se si rifiutano 3 offerte di lavoro, ma questo, purtroppo, non accade quasi mai. La stessa Inps ha dichiarato che difficilmente si riesce ad offrire tre proposte di lavoro allo stesso soggetto.
I richiedenti, inoltre, dovranno necessariamente allegare un certificato di residenza recente e firmare una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro.
Infine, potrebbero esserci delle novità anche per gli stranieri. Tra le proposte, infatti, c’è anche quella di abbassare, da 10 a 5, gli anni di residenza come requisito per ottenere il sussidio.
Ovviamente, allo stato attuale, si tratta di semplici indiscrezioni. Per avere maggiori dettagli in merito alle modifiche all’istituto del reddito di cittadinanza bisognerà attendere la lettura dei testi definitivi.
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