Da settembre diventano operative alcune regole per il reddito di cittadinanza. Lo ha confermato l’Inps con i recente messaggio 2975 del 28 luglio ribadendo anche alcuni criteri applicativi.
Il reddito di cittadinanza: requisti ISEE
Il reddito di cittadinanza ha due funzioni combinate: da un lato rappresenta un sussidio di contrasto alla povertà dall’altro è un incentivo per chi cerca lavoro. Ecco perché i requisiti sono contestualmente: ISEE basso e disponibilità a lavorare. Ma il messaggio Inps sopra citato si concentra soprattutto sui rischi di taglio all’assegno.
Da settembre tagli al reddito di cittadinanza del 20% dell’importo: ecco per chi
Vista la natura di sussidio funzionale per il sostentamento, lo Stato presuppone che l’assegno del reddito di cittadinanza sia speso tutto per intero. Chi riesce a metterne da parte una percentuale, evidentemente, si presume, non necessita di tutto l’importo riconosciuto per sopravvivere. Ecco perché subirà dei tagli del 20% dell’importo del RdC a partire dalla mensilità successiva a quella non spesa per intero. La regola, che come dicevamo prima non è una novità assoluta ma che, finora, non aveva trovato applicazione, non vale per gli arretrati del reddito di cittadinanza.
Ogni sei mesi controlli sulla carta del reddito di cittadinanza
Attenzione perché il controllo dell’importo speso non avverrà solo a cadenza mensile ma ci sarà anche una super visione ogni sei mesi: questa servirà a conteggiare eventuali risparmi residui dal semestre precedente che saranno annullati dalla carta. Il primo conteggio di questo secondo tipo è in calendario per il 31 gennaio 2021 e terrà conto delle spese effettuate dal 1 agosto 2020. A settembre 2021 si farà una verifica delle spese del primo semestre del prossimo anno.
Finora molti lettori ci avevano scritto con dubbi del tipo “se non spendo tutto l’importo sulla carta del reddito di cittadinanza entro il mese di accredito rischio decurtazioni?”.