Reddito di cittadinanza verso l’abolizione. E’ stato presentato da Italia Viva questa mattina in Corte di Cassazione il quesito per eliminare il sussidio pubblico tramite referendum.
Un primo importante passo per chiedere agli italiani se sono d’accordo o meno col reddito di cittadinanza. Una misura tanto controversa che ha diviso l’opinione pubblica italiana da quando il M5S ha fortemente voluto e difeso la riforma.
Un referendum contro il reddito di cittadinanza
Promotore dell’iniziativa è Matteo Renzi, leader di Italia Viva.
Se il quesito fosse approvato dai supremi giudici, la parola passerà agli elettori che si esprimeranno il prossimo anno tramite referendum a favore o meno del reddito di cittadinanza. Una mossa importante, passata quasi in sordina sui media, ma che rischia di far saltare il cavallo di battaglia del M5S.
Sempre che non sarà il governo a ridimensionare il reddito di cittadinanza con una legge ad hoc. Come vorrebbe lo stesso premier Draghi che non ha mai digerito l’assistenzialismo a pioggia così come è stato orchestrato dai 5 Stelle per vincere le elezioni nel 2018.
Il sussidio che non aiuta a trovare lavoro
A quattro anni dalla sua introduzione, il reddito di cittadinanza non ha raggiunto pienamente lo scopo prefissato. Di fatto la povertà è aumentata, anziché diminuire, e i beneficiari del sussidio statale non hanno trovato lavoro.
Il fallimento pressoché totale dell’esperienza dei navigator ne è la prova lampante. Così come lo dimostrano i numeri: oltre 3 milioni di persone assistite senza alcun ritorno per l’occupazione e una valanga di frodi da far rabbrividire. Come dice Ettore Rosato di Italia Viva che ha provveduto alla raccolta delle firme per il referendum:
“siamo al paradosso che spendiamo un sacco di soldi ma ci sono poveri senza aiuto, disoccupati senza proposte di lavoro, aziende senza lavoratori, più lavoro nero”.
Di fatto il reddito di cittadinanza è stato un regalo agli elettori del Movimento 5 Stelle.