“Assicurare un reddito minimo a tutti, o a un livello sotto cui nessuno scenda, quando non può provvedere a se stesso, non soltanto è una protezione assolutamente legittima contro rischi comuni a tutti, ma è un compito necessario della Grande Società“, affermava Friedrich von Hayek. In effetti sembra essere proprio questo il compito del reddito di cittadinanza.
Ovvero garantire un sostegno alle famiglie economicamente disagiate, che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Allo stesso tempo non mancano le polemiche su queste misura, perché si teme possa scoraggiare la ricerca di lavoro.
Un punto di vista condiviso anche dal nuovo governo a guida Meloni, pronto ad apportare importanti modifiche alla misura targata Movimento 5 Stelle. In particolare vi sono nuove categorie di ammessi a partire dal prossimo anno. Ecco di chi si tratta.
Reddito di cittadinanza, cosa cambia con la Legge di Bilancio 2023
Stando a quanto si evince dal sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il DDL Bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri prevede un periodo transitorio verso l’abolizione del reddito di cittadinanza. A partire dal 1° gennaio 2023 alle persone occupabili:
“è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. È inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, il beneficio del reddito decade come nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua. Il reddito di cittadinanza sarà abrogato il 1 gennaio 2024 e sarà sostituito da una nuova riforma”.
Reddito di cittadinanza, ci sono nuove categorie di ammessi: a chi spetta il sussidio
Entrando nei dettagli, grazie alle novità introdotte dalla Manovra, i percettori potranno lavorare con contratti stagionali, occasionali o a intermittenza fino a un importo pari a massimo tre mila euro. Chi rispetterà tale soglia, quindi, non rischierà di perdere il diritto al sussidio.
Una decisione, quella di concedere il reddito di cittadinanza a coloro che svolgono lavori occasionali fino a tre mila euro, volta a garantire un sostegno a settori come quello del turismo e agricolo che riscontrano delle difficoltà nel riuscire a reperire personale. A partire dal 2023, inoltre, vi saranno delle importanti novità per quanto riguarda i lavori socialmente utili. Al momento i Comuni hanno l’obbligo di coinvolgere un terzo dei beneficiari del reddito di cittadinanza nei progetti utili alla comunità. Dal prossimo anno, invece, dovranno includere tutti quanti.