Tantissime sono le famiglie italiane che hanno già perso il reddito di cittadinanza e che lo perderanno nei prossimi mesi dal momento che la misura è stata subito interrotta per determinate famiglie. Il principio cardine per poter continuare a percepire il reddito di cittadinanza fino a fine anno, per poi passare all’assegno di inclusione da gennaio 2024 è la presenza nel nucleo familiare dei beneficiari, di soggetti sotto i 18 anni di età, sopra i 60 anni di età o invalidi. Tutte le altre famiglie prive di questi componenti al loro interno hanno avuto una netta riduzione della durata del sussidio per il 2023.
Molti non sanno però che è possibile percepire, in alcuni casi il sussidio, fino a fine anno nonostante la sopraggiunta interruzione comunicata dall’INPS tramite SMS. E va detto anche che in alcuni casi è possibile anche ricevere gli arretrati per tutti i mesi di sospensione.
Non tutti sono occupabili anche se per età può sembrare così
Molti lettori chi chiedono spiegazioni, come nel quesito seguente:
“Buonasera, sono Mary una signora di Napoli di 50 anni di età che vive da sola in una casa popolare, senza reddito e senza patrimonio. So già che ad agosto mi fermeranno il reddito di cittadinanza perché scadranno i sette mesi di beneficio che il governo Meloni mi ha dato per quest’anno. Però sono in una situazione abbastanza particolare perché provengo da problemi di alcolismo che mi hanno pesantemente debilitato nel fisico e nella psiche. Secondo voi queste motivazioni sono valide per poter andare al mio Comune di residenza e vedere se posso essere considerata come una persona fragile e non attivabile al lavoro. Perché anche se non sono invalida sono pur sempre una persona con problemi.
Reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023 anche per chi ha tra 18 e 59 anni di età, ecco come
Il governo Meloni ha deciso di tagliare subito il reddito di cittadinanza per evitare che questo finisca nelle tasche di persone che invece potrebbero essere riattivate al lavoro è portare fuori dall’assistenzialismo tipico italiano. L’esecutivo ha iniziato con il taglio a 7 mesi del sussidio per gli attivabili al lavoro. Per poi chiuderlo definitivamente a fine anno per tutti. Infatti per le famiglie composte esclusivamente da persone di età compresa tra i 18 e 59 anni , prive di problematiche di varia natura, il sussidio è stato già ridotto a 7 mesi. Per le famiglie invece al cui interno ci sono minorenni, invalidi o anziani, il sussidio scade alla fine del 2023. Per le prime famiglie che hanno subito lo stop al sussidio ad agosto, a settembre si cambierà.
Nuova misura di inclusione lavorativa al via a settembre
Il reddito di cittadinanza a settembre dovrebbe essere sostituito dal supporto alla formazione del lavoro. Questa sarebbe la nuova misura pensata per ricollocare al lavoro queste persone attivabili. Naturalmente con annesso un sussidio utile ad offrire loro un supporto reddituale mensile nell’attesa della ricollocazione lavorativa. Per le famiglie composte anche da minorenni, anziani o disabili, a partire dal primo gennaio 2024 ci sarà l’assegno di inclusione, una misura del tutto simile al reddito di cittadinanza. Misure simili, anche perché si tratta di famiglie che per tutto il 2023 continueranno a percepire il sussidio come lo percepivano prima.
Ecco cosa chiedere ai Servizi Sociali del Comune per rientrare tra i beneficiari del reddito di cittadinanza
Per quanto riguarda i soggetti a cui il sussidio è stato tagliato dopo sette mesi, va detto che effettivamente in alcuni casi questo taglio non dovrebbe essere ammissibile.
Arretrati per le mensilità perse per via dello stop al reddito di cittadinanza
Basta andare a colloquio con l’assistente sociale del proprio Comune per verificare l’iscrizione alla piattaforma GEPI o per la valutazione delle problematiche di cui un soggetto può essere affetto. Se il Servizio Sociale comunale prende in carico il richiedente, significa che pur se l’età lo permetterebbe, non si può parlare di soggetto attivabile. E pertanto lo stop al reddito di cittadinanza per lui non deve materializzarsi. A tal punto che nel caso in cui l’operazione coi Servizi Sociali vada in porto, il diretto interessato potrebbe essere nel diritto di ottenere gli arretrati. Parliamo di tutte le mensilità del sussidio perse per tutti i mesi di sospensione.