Non si riescono più a trovare lavoratori stagionali, soprattutto quelli legati al turismo, e in molti puntano il dito su tutte le prestazioni di sostegno al reddito, a cominciare dal reddito di cittadinanza, i quali stanno avendo l’effetto di disincentivare la ricerca di un posto di lavoro.
Non sono pochi i casi in cui si chiede di lavorare in nero, in modo da non perdere il sussidio.
Il governo sta già pensando a dei correttivi normativi da adottare al fine di risolvere questo problema.
In Italia i posti di lavoro ci sono
L’ISTAT ha da poco reso noto il numero dei posti di lavoro vacanti relativamente al primo trimestre del 2022 per le imprese con dipendenti.
In questo periodo, il tasso dei posti vacanti si attesta intorno all’1,9 per cento per il complesso delle attività economiche.
Questo tasso, sostanzialmente, è dato dal rapporto percentuale fra il numero di posti vacanti e la somma di questi ultimi con le posizioni lavorative occupate. Si tratta di un indicatore che fornisce informazioni utili per interpretare l’andamento congiunturale del mercato del lavoro.
Ad ogni modo, il numero di posti di lavoro attualmente non occupati è tra i più alti dal 2016; anno in cui l’ISTAT ha iniziato a condurre questo tipo di misurazioni. In molti stanno già pensando ad una correlazione diretta tra questo dato e l’istituzione del Reddito di Cittadinanza.
Reddito di cittadinanza, il governo sta studiando una norma ad hoc
Il fenomeno appena descritto trova maggiormente riscontro nei lavori stagionali, e in questo caso la correlazione con reddito di cittadinanza esiste e come.
Il reddito da lavoro pesa per l’80% e può spingere i percettori a rifiutare il posto per non perdere l’assegno.
Per questo motivo, il governo starebbe mettendo a punto alcune modifiche all’Istituto, soprattutto per quel che riguarda l’attuale meccanismo del cumulo tra sussidio e lavoro.
La sociologa Chiara Saraceno, a capo del gruppo di lavoro voluto dal Ministro Orlando, aveva proposto di tagliare l’assegno di cittadinanza del 60% senza limiti di tempo se si ha un reddito da lavoro, fino alla soglia di incapienza. E poi considerando al 100% la parte eccedente tale soglia.
In tal modo, si consentirebbe il cumulo tra reddito e una percentuale più elevata della retribuzione.
La svolta, ad ogni modo, potrebbe arrivare a breve. Il Governo, infatti, starebbe lavorando al nuovo piano per superare questo problema. L’ipotesi è quella di mantenere una parte del sussidio, in misura maggiore rispetto a quanto previsto attualmente, a tutti i percettori che iniziano un nuovo lavoro stagionale, anche per i soli mesi estivi.