Reddito di cittadinanza: il fallimento dei navigator spiegato semplice semplice

Il sussidio voluto dal Movimento 5 Stelle si rivela una forma di puro assistenzialismo. Era tutto scontato e prevedibile, incredibili il finto stupore della stampa.
4 anni fa
2 minuti di lettura
Il nuovo reddito di cittadinanza costerà meno allo stato
Il nuovo reddito di cittadinanza costerà meno allo stato © Licenza Creative Commons

La Corte dei Conti ha decretato il flop del reddito di cittadinanza, ma sarebbe più onesto affermare che abbia smascherato le bugie raccontate dal governo Conte (“giallo-verde” e “giallo-rosso”) agli italiani, i quali hanno finto di credervi: solo il 2% di chi usufruisce del sussidio ha trovato lavoro. Su una platea di circa 2,3 milioni di beneficiari al termine dello scorso anno, parliamo di circa 40 mila persone. Attenzione, perché i magistrati contabili non hanno scritto che questi abbiano trovato lavoro grazie al reddito di cittadinanza, bensì semplicemente dopo che hanno iniziato a riceverlo.

E probabilmente lo avrebbero trovato indipendentemente dall’ottenimento del sussidio.

La polemica si arricchisse dei soliti dettagli all’italiana. Per transitare i beneficiari nel mondo del lavoro, lo stato ha assunto quasi 3.000 navigator, termine osceno e quanto mai pittoresco. Percepiscono 27.399 euro lordi all’anno e 300 euro in più al mese di spese di trasferta e hanno un contratto fino al prossimo mese di aprile, quando probabilmente verrà loro rinnovato. Ebbene, molti di loro hanno fatto richiesta all’INPS e ottenuto il bonus dei 600 euro con la pandemia, nonostante abbiano continuato a percepire il reddito loro erogato dallo stato, pur non lavorando.

La stampa ha parlato di “fallimento dei navigator”, eppure questi poveri disgraziati sono stati caricati di un onere a dir poco storico: far trovare lavoro a milioni di cittadini, specie al sud, dove il lavoro non c’è mai stato abbondante e ancor meno c’è oggi. Ogni navigator ha teoricamente sulle spalle più di 800 percettori del reddito di cittadinanza, che deve convocare, al fine di capire quali siano le potenziali opportunità professionali che possa cogliere sulla base del loro profilo.

Reddito di cittadinanza: nuova funzione Anpal per i beneficiari e navigator pronti ad essere operativi

Meccanismo assistenziale ipocrita

Il fatto che quasi nessuno abbia così trovato un posto di lavoro non significa che a fallire siano stati i navigator.

Come potrebbero mai trovare opportunità per i loro “clienti”, se queste non esistono? Il lavoro lo creano le imprese per la produzione di beni e servizi. In un’economia che non cresce, ovvero nella quale si tende a produrre pressappoco la stessa quantità di beni e servizi di anno in anno, non si creano posti di lavoro netti e l’occupazione ristagna. I navigator non servono sostanzialmente a nulla, se non paradossalmente a offrire un lavoro a sé stessi.

Siamo dinnanzi a una colossale presa in giro a carico dei contribuenti. Pensavate che i milioni di disoccupati e inattivi italiani fossero tali per l’incapacità di trovare un lavoro o per l’assenza effettiva di opportunità? Il navigator avrebbe senso in un mercato del lavoro caratterizzato da quel fenomeno che gli economisti definiscono “labour mismatch”, vale a dire il mancato incontro tra domanda e offerta, spesso per le differenti “skills” richieste ai candidati rispetto a quelle possedute. Un esempio può essere quello di una fabbrica che vuole assumere un tornitore e non ne trova uno con esperienza, mentre dall’altra parte del mercato abbiamo un giovane laureato in lettere che rimane inattivo.

Il problema in Italia esiste, ma non è determinante ai fini degli alti livelli percentuali di disoccupati e della bassa occupazione, specie nel Meridione. Non si vede cosa dovrebbe fare un navigator, al di là di qualche telefonata ai percettori del reddito di cittadinanza e la verifica delle richieste di lavoratori iscritti ai Centri per l’impiego da parte delle imprese. Da decenni i vecchi uffici di collocamento assolvono a questo compito con estremo insuccesso. I carrozzoni pubblici non sono mai serviti a creare lavoro, se non a favore dei loro stessi dipendenti. I grillini hanno voluto istituire un meccanismo esclusivamente assistenziale e per ripararlo il più possibile dalle critiche di chi sosteneva e continua a sostenere che questo sussidio avrebbe disincentivato al lavoro si sono inventati la figura del navigator, perlopiù un giovane inesperto in cerca della sua prima esperienza lavorativa significativa.

L’insuccesso era scritto nelle stelle, quelle cadenti del movimento che ha propinato queste baggianate.

[email protected] 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

BTp 2067: cedola 2,80% e maxi-rimbalzo dai minimi di aprile

Articolo seguente

Non solo Bonus Auto, ecco il nuovo Bonus Moto 2020, fino a 4.000 euro con o senza rottamazione