Non si riescono più a trovare lavoratori stagionali, soprattutto quelli legati al turismo, e in molti stanno già puntando il dito contro il reddito di cittadinanza.
In effetti, è possibile affermare che esiste una correlazione diretto tra questo fenomeno e il reddito di cittadinanza.
Il reddito da lavoro pesa per l’80% e spinger i percettori a rifiutare il posto per non perdere l’assegno. In altre parole, se il reddito da lavoro aumenta di 100 euro, l’ammontare del sussidio diminuisce di 80: il guadagno, dunque, è soltanto di 20 euro.
Il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, intervenuto al question time alla Camera del 22 giugno 2022, si è espresso anche in merito a questo tema, chiarendo che sono allo studio alcuni correttivi che vanno in tale direzione. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Reddito di cittadinanza, il governo sta studiando una norma ad hoc
Il governo starebbe mettendo a punto alcune modifiche all’Istituto del reddito di cittadinanza, soprattutto per quel che riguarda l’attuale meccanismo del cumulo tra sussidio e lavoro.
La sociologa Chiara Saraceno, a capo del gruppo di lavoro voluto dal Ministro Orlando, aveva proposto di tagliare l’assegno di cittadinanza del 60 per cento senza limiti di tempo se si ha un reddito da lavoro, fino alla soglia di incapienza. E poi considerando al 100% la parte eccedente tale soglia. In questo modo, si consentirebbe il cumulo tra reddito e una percentuale più elevata della retribuzione.
La conferma arriva dal Ministro Orlando
Il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nella giornata del 22 giugno è intervenuto al question time alla camera parlando di diversi argomenti; come, ad esempio, dell’istituzione del nuovo bonus 550 euro ai lavoratori, nonché il superamento dell’attuale meccanismo del cumulo parziale tra reddito di cittadinanza e lavoro.
Il Ministro, in particolare, ha dichiarato quanto segue:
“stiamo valutando un intervento volto ad incentivare maggiormente l’avvio di una attività lavorativa in corso di fruizione del beneficio; consentendo per l’anno in corso una maggior cumulabilità dei relativi compensi attraverso una franchigia ai redditi di lavoro che concorrono alla riduzione del beneficio spettante”.