Diventa più difficile per gli stranieri extracomunitari ottenere il reddito di cittadinanza. E’ stato approvato l’emendamento della Lega che richiede per questi ultimi la presentazione di una «certificazione» di reddito e patrimonio e del nucleo familiare rilasciata dal consolato dello Stato di provenienza, «tradotta» in italiano e «legalizzata dall’Autorità consolare italiana». Sono previste espressamente eccezioni da questi adempimenti solamente per i rifugiati politici e richiedenti che provengono da Paesi dai quali non è possibile ottenere la suddetta certificazione. Il ministero del Lavoro avrà a disposizione tre mesi di tempo per stilare la lista di questi Paesi esenti.
Reddito di cittadinanza: novità in tema di dimissioni
Via libera anche all’emendamento del Movimento 5 Stelle che introduce un correttivo in caso di dimissioni di un familiare del beneficiario. La norma originaria escludeva per 12 mesi dal Reddito di cittadinanza l’intero nucleo familiare di chi presenti dimissioni volontarie dall’azienda. In seguito all’approvazione dell’emendamento, invece, l’esclusione dal RdC troverà applicazione solo per il solo componente del nucleo che si è dimesso, e non per tutta la sua famiglia.
Si procede a ritmo incalzante. M5S e Lega hanno concordato il ritiro di 39 emendamenti per velocizzare la discussione su quelli prioritari e stare nei tempi (che stringono). La Lega ha messo da parte per il momento la proposta di diversi paletti al reddito, dal limite ai rinnovi del rdc allo stop al doppio incentivo per chi assume al Sud fino all’aumento a 36 ore dei servizi socialmente utili per usufruisce del sussidio. I grillini hanno invece ritirato le richieste di modifica sulle sanzioni e sul riscatto della laurea. Restano, comunque, da esaminare 1.600 emendamenti, anche se più della metà (circa 900) non ha passato l’esame per le coperture nella commissione Bilancio.