Il reddito di cittadinanza e la pensione possono essere percepiti insieme? Una domanda questa comune a molte persone e a molte famiglie. Soprattutto perché non mancano i casi di nuclei familiari dove la presenza di un genitore pensionato rischia di escludere dal sussidio un giovane senza lavoro. Un nostro lettore ci chiede proprio questo, perché nella sua famiglia c’è il caso di un figlio di 36 anni che stenta a trovare lavoro e che grava economicamente sui suoi genitori.
Come fare a prendere il reddito di cittadinanza se ci sono pensionati in famiglia
Reddito di cittadinanza e pensione insieme? ecco cosa prevede la normativa vigente e cosa può fare una famiglia con disoccupati e pensionati insieme.
“Gentile esperto volevo chiedervi cosa è possibile fare per consentire a mio figlio di percepire almeno il reddito di cittadinanza adesso che si trova senza lavoro. Mio figlio ha 36 anni ed io e mia moglie siamo ultrasessantenni e prendiamo entrambi la pensione. La nostra famiglia ha un reddito mensile frutto proprio della pensione pari a 1400 al mese totali. È vero che mio figlio ha un’età per cui dovrebbe lavorare e non invece puntare ad un sussidio come può essere il reddito di cittadinanza. Ma vi assicuro che stiamo cercando in tutti i modi di trovargli un lavoro, ma è davvero difficile nella zona dove abitiamo. Per esempio aveva ricevuto una offerta per un lavoro a 100 km di distanza da casa, ma per 800 euro al mese. Cifra che non gli consentirebbe di trovare una casa in affitto nella città dove ha trovato questa occupazione. A causa mia e di mia moglie, essendo nucleo familiare unico, mio figlio non ha nemmeno la possibilità di chiedere questo sussidio. A noi interesserebbe farlo rientrare nel sussidio perché grazie al reddito di cittadinanza potrebbe entrare nel circuito lavorativo, se è vero che chi prende il sussidio dovrebbe essere ricollocato al lavoro. Avete qualche suggerimento?”
La lettera del nostro lettore è assolutamente lecita e non è da criticare solo perché parla di un figlio di 36 anni che non lavora. Fare i perbenisti da questo punto di vista non è giusto, anche perché siamo coscienti del fatto che viviamo in una situazione economica e sociale piuttosto critica in Italia. Il lavoro latita è questo nessuno può nasconderlo. Purtroppo però per il nostro lettore e per suo figlio le possibilità, restando nucleo familiare intero, cioè composto da mamma, papà e figlio, non permette di poter rientrare nel reddito di cittadinanza per il 36enne. Infatti il reddito di cittadinanza è una misura che è viene erogata al nucleo familiare che ha un ISEE inferiore a 9.360 euro all’anno. Inoltre il reddito familiare non deve essere superiore a 6.000 euro incrementato in base alla scala di equivalenza ed in base ai componenti del nucleo familiare. Detto questo, tra gli altri vincoli della misura ci sono anche i soldi in banca che non devono essere superiori a un determinato importo. E poi le case di proprietà e gli automezzi del nucleo familiare. Come è evidente, vincoli pesanti che evidentemente escludono molti potenziali beneficiari da questa misura, compreso il figlio del nostro lettore.
In una situazione come quella prima descritta, non ci sarebbe altra via se non quella di andare a dividere il nucleo familiare. In buona sostanza bisognerebbe che il figlio uscisse dal nucleo familiare, magari cambiando la residenza in un’altra casa. Solo così si avrebbe la possibilità di rientrare nel sussidio. Ma naturalmente, per rendere conveniente la misura e l’operazione cambio di residenza, la casa dove andrebbe ad abitare il figlio dovrebbe essere di proprietà della famiglia. Inevitabilmente trovare una casa d’affitto finirebbe con rendere meno vantaggioso prendere il sussidio. Non basterebbero infatti i 280 euro di contributi di affitto che verrebbe erogato al giovane, per compensare il canone mensile in molti posti d’Italia. Infatti il reddito di cittadinanza per un singolo a zero reddito vale 500 euro al mese. Si arriva a 780 euro solo se il singolo vive in una casa in affitto e con contratto regolarmente registrato. Solo dividendo i nucleo familiare quindi, il giovane privo di lavoro potrebbe fare un ISEE indipendente. Tutto infatti dipende proprio dall’ISEE che cumulato con i genitori, lo esclude a priori dalla misura di contrasto alla povertà.