“Chissà se la giovinezza è davvero un’età dell’oro e non un tempo di difese e di disfatte, di tentazioni e di tentativi, di sogni mancati e di orizzonti che si allontanano“, afferma Fabrizio Caramagna. La giovinezza, in effetti, può essere considerata l’età dell’incertezza. È quella fase della propria esistenza in cui poter apprendere cose nuove anche attraverso i propri sbagli.
Nel caso in cui si dovessero commettere degli errori di valutazione, d’altronde, si avrà tutto il tempo per poter rimediare.
A rivestire un ruolo importante in tale ambito, pertanto, è la scuola. Lo sa bene il governo guidato da Giorgia Meloni che ha deciso di dare un taglio all’erogazione del reddito di cittadinanza a favore dei giovani che non hanno finito la scuola dell’obbligo. Ecco come funziona.
Riforma del sussidio targato Movimento 5 Stelle: cosa c’è da aspettarsi
Fin dal suo insediamento l’attuale governo ha promesso di apportare importanti cambiamenti al reddito di cittadinanza ed effettivamente è stato così. A breve, infatti, assisteremo all’addio definitivo al sussidio targato Movimento 5 Stelle. Quest’ultimo verrà erogato nell’anno in corso per massimo sette mesi a favore dei cosiddetti occupabili. Ovvero coloro aventi un’età compresa tra i 18 anni e i 59 anni in grado lavorare.
Proprio i soggetti in questione, se hanno ottenuto l’erogazione del reddito di cittadinanza in modo continuativo da gennaio, avranno diritto all’ultima mensilità a luglio. A partire da settembre potranno accedere, se aventi diritto, al Supporto per la formazione e il lavoro.
Potranno continuare a beneficiare del reddito di cittadinanza fino a dicembre 2023, invece, le famiglie che presentano un minore, un disabile o una persona con un’età pari ad almeno 60 anni.
Reddito di cittadinanza, per i giovanissimi servirà la licenza media
Pronto all’addio definitivo, il reddito di cittadinanza continua comunque a essere oggetto di modifiche. Come spiegato dall’Inps, infatti, i giovanissimi che non hanno finito la scuola dell’obbligo non hanno diritto al sussidio. Entrando nei dettagli, come si evince dalla circolare numero 61 del 12 luglio 2023:
“A decorrere dal 1° gennaio 2023, l’erogazione della prestazione agli appartenenti alla fascia di età compresa tra diciotto e ventinove anni che non abbiano adempiuto all’obbligo di istruzione di cui all’articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, a meno che gli stessi non siano già formalmente coinvolti e impegnati in percorsi di politica attiva, di qualificazione o di riqualificazione, è subordinata anche all’iscrizione e frequenza di percorsi di istruzione degli adulti di primo livello, previsti dall’articolo 4, comma 1, lettera a), del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2012, n. 263, o comunque funzionali all’adempimento del predetto obbligo di istruzione (cfr. l’art. 1, comma 316, della legge di Bilancio 2023)”.
I soggetti con un’età compresa tra 18 e 29 anni che non hanno soddisfatto l’obbligo di istruzione, pertanto, devono risultare iscritti e frequentare dei percorsi di istruzione ad hoc. Pena la perdita del reddito di cittadinanza. A tal proposito l’Inps ha specificato che se tale requisito non viene rispettato, l’importo del sussidio verrà ridotto per la quota riferita al soggetto o ai soggetti interessati. Questo a prescindere dal fatto che si tratti del richiedente o di un altro componente della famiglia. Il reddito di cittadinanza, inerente la quota di costoro pertanto, non sarà erogato fino a quando non sarà rispettato l’obbligo formativo.