Se da un lato alcuni recenti report hanno mostrato l’efficacia del Reddito di Cittadinanza come strumento di contrasto alla povertà, soprattutto nel periodo di emergenza sanitaria del coronavirus, dove tanti cittadini sono rimasti senza un’occupazione, dall’altro l’istituto non sta dando i risultati sperati per quanto riguarda la ricerca di un nuovo lavoro. Al contrario, infatti, un recente report dell’Inps ha messo in luce un quadro a dir poco disastroso.
Reddito di cittadinanza, quando il sussidio rischia di diventare un vitalizio
L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha da poco pubblicato un paper che mette in luce un quadro a dir poco disastroso sul reddito di cittadinanza.
Nei primi tre anni dalla sua istituzione, il sussidio è stato erogato a circa 2 milioni di nuclei familiari, per un totale di 4,65 milioni di persone, ed è costato quasi 20 miliardi di euro. L’importo medio è di 546 euro: 577 euro per il reddito di cittadinanza e 281 euro per la pensione di cittadinanza.
Una somma di denaro davvero importante che ha finanziato uno strumento che, dati alla mano, non sta funzionando, quanto meno come strumento per la ricerca di un lavoro.
Secondo l’Inps, ed è questo il dato allarmante, circa il 70% di chi ha percepito il beneficio tra aprile e giugno del 2019 (cioè fin da quanto è stato istituito) ne risulta ancora oggi beneficiario.
Senza troppi giri di parole, il reddito di cittadinanza, così com’è, rischia di diventare un mero sussidio fine a sé stesso. Ci chiediamo, per quanto tempo ancora tali soggetti potranno continuare a usufruire del beneficio? Il rischio è che questo strumento, che nasce con ottime intenzioni, si possa trasformare in un vero e proprio vitalizio.
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