Obiettivo del reddito di cittadinanza è quello di garantire a chi lo riceve di poter soddisfare i bisogni fondamentali, propri e della propria famiglia, e vivere dignitosamente. Quindi:
- una abitazione (con i costi connessi)
- alimentazione sufficiente
- vestiario
- un minimo di mobilità
- ecc.
Il tutto accompagnato da politiche attive di lavoro al fine di aiutare i percettori del sussidio a trovare un’occupazione lavorativa.
Quanto appena detto lo ricorda il Comitato scientifico di valutazione in un recente dossier sul reddito di cittadinanza.
In questo documento, lo stesso comitato, analizza tra l’altro il successo della misura in considerazione proprio dell’obiettivo con cui è nata.
Chi ha trovato lavoro con il reddito di cittadinanza
In dettaglio gli esperti illustrano quanti sono i percettori del sussidio che poi hanno trovato realmente lavoro.
In termini complessivi, il totale di beneficiari che (indipendentemente dalla condizione occupazionale al momento di accesso al beneficio) sono passati nelle politiche del lavoro (nel periodo compreso tra marzo 2019 e la fine di settembre del 2021) è di 1.808.278.
Tra questi:
- 178.000 avevano un rapporto di lavoro al momento dell’ingresso nella misura
- 547.000 circa lo hanno trovato successivamente.
L’occupazione resta precaria
Dallo studio scientifico sul reddito di cittadinanza è anche emerso che le maggiori difficoltà a trovare un’occupazione sono coloro che non avevano avuto molte esperienze lavorative in passato oppure quelli le cui esperienze risalivano a molto tempo prima.
La maggioranza ad aver trovato un impiego è nettamente a favore degli uomini. Buoni numeri anche tra gli stranieri. La quota di essi che ha trovato una nuova occupazione è superiore a quella riferita ai soli cittadini italiani (36,8% contro 28,9%).
Ad ogni modo, in tutti i casi, i percettori del reddito di cittadinanza che hanno trovato un lavoro sono rimasti comunque precari. Infatti, nella maggioranza dei casi l’occupazione proposta e accettata è a tempo determinato.