“È per te che sono verdi gli alberi e rosa i fiocchi in maternità. È per te che il sole brucia a luglio, è per te tutta questa città. È per te che sono bianchi i muri e la colomba vola. È per te il 13 dicembre, è per te la campanella a scuola. È per te ogni cosa che c’è ninna naaaa ninna eeee…”, canta Jovanotti.
Ogni genitore sarebbe disposto a fare e dare tutto per rendere felici i propri figli e permettere loro di vivere sereni, godendosi le bellezze offerte dalla vita.
Basti pensare alla scuola, all’alimentazione, alle attività extra, ai vestiti e così via. Tutte spese che pesano sul bilancio delle famiglie, già messe a dura prova dall’aumento dei prezzi. Una situazione difficile da gestire, che porta in molti a riscontrare serie difficoltà nel riuscire ad arrivare alla fine del mese. Proprio per garantire un aiuto alle famiglie con figli, il governo starebbe pensando di mettere in campo delle misure ad hoc. Tra queste si fa sempre più largo l’ipotesi della possibile introduzione del cosiddetto reddito di infanzia. Ecco quanto prenderebbe chi ha più figli e in cosa dovrebbe consistere tale aiuto economico.
Reddito di infanzia, quanto prenderebbe chi ha più figli
Il governo Meloni è al lavoro per mettere a punto la Manovra 2024 che dovrebbe portare con sé importanti novità. Tra queste si ipotizza la possibile introduzione di alcune misure volte ad incentivare le famiglie ad avere più figli. In particolare l’esecutivo starebbe ponendo la propria attenzione sulla proposta di legge numero 1019 presentata alla Camera il 17 marzo 2023. Ebbene, come si evince dal testo pubblicato sul sito della Camera dei deputati:
“Entrando nel dettaglio dell’articolato, la presente proposta di legge, che si compone di sedici articoli, prevede:
1) all’articolo 1, il reddito per l’infanzia, per consentire l’erogazione di un assegno di 400 euro al mese per i primi sei anni di vita per ogni figlio minore a carico per le coppie con un reddito fino a 90.000 euro annui, maggiorato in caso di particolari situazioni familiari, quali la presenza di figli con disabilità (comma 2) o di un nucleo familiare monogenitoriale (comma 3). La disposizione del comma 3, in particolare, vuole rappresentare una prima iniziativa per assicurare la piena attuazione della legge 22 maggio 1978, n. 194, e per scoraggiare il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza;
2) all’articolo 2, il reddito per la gioventù, per consentire l’erogazione di un assegno familiare di 250 euro al mese per ciascun figlio fino al compimento del venticinquesimo anno di età, quale misura di sostegno allo studio”.
Stando a questa proposta di legge, quindi, l’intenzione sarebbe quella di introdurre due contributi, il reddito per l’infanzia e quello per la gioventù.