Secessione Scozia, quale moneta?
2 – Adotta l’euro: questa potrebbe essere la soluzione più logica, considerando che la secessione sarebbe avvenuta proprio per restare nella UE. Un suo rappresentante sarebbe inviato a Francoforte, dove contribuirebbe con gli altri membri del board a gestire la politica monetaria dell’area. Resta da verificare quanto la moneta unica possa risultare conveniente alla Scozia. E’ probabile che risulterà un po’ più forte dei suoi fondamentali, in ogni caso Edimburgo dovrebbe assoggettarsi ai vincoli fiscali previsti dall’Eurozona, Fiscal Compact compreso.
3 – Stampa una sua moneta sovrana: due anni fa fu chiamata la “Salmond”, dal nome dell’allora premier scozzese, oggi sarebbe la “Sturgeon”. Problema: JP Morgan ha notato come il neonato stato non possederebbe riserve valutarie sufficienti per garantire la sua nuova moneta, per cui dovrebbe affidarsi ad accordi con la Bank of England o la BCE. E perché mai la prima dovrebbe aiutare un governo secessionista? Non solo, ma la nuova moneta nascerebbe nell’incertezza più totale, potrebbero trascorrere anni, in effetti, prima che entri a regime, anche perché nessuno saprebbe quanto potrebbe valere. Trattandosi della moneta di un’economia non ricca, sarebbe debole e allo stesso tempo la banca centrale di Edimburgo dovrebbe fissare tassi più alti di quelli della BCE, della BoE e degli altri istituti scandinavi per attirare capitali dall’estero, ma con l’effetto di innalzare il costo di rifinanziamento del debito sovrano. Non possiamo escludere che questo scenario comporti anni di inflazione relativa alta, di conti pubblici squilibrati e di recessione economica.