Il regime forfettario, introdotto per semplificare la gestione fiscale di professionisti e imprenditori con partita IVA, ha subito alcune modifiche nel corso degli anni, con aggiornamenti più recenti che ne consolidano la centralità nel sistema tributario italiano. La Legge di Bilancio 2023 e la Manovra di Bilancio 2025 hanno apportato importanti novità che influenzano sia i criteri di accesso.
Nulla nel tempo, invece, è cambiato in merito alla tassazione del reddito che ne deriva dall’attività. Inclusa, la possibilità di applicare l’aliquota agevolata del 5%.
Limiti di ricavi e compensi per essere in regime forfettario
Uno dei punti salienti della Legge di Bilancio 2023 riguarda l’innalzamento del limite massimo di ricavi e compensi per l’adesione al regime forfettario. A partire dall’anno d’imposta 2023, il tetto è stato portato da 65.000 euro a 85.000 euro. Questo cambiamento ha consentito e consente a un maggior numero di professionisti e imprenditori di beneficiare di questa opzione fiscale agevolata. Tuttavia, le regole prevedono un’uscita dal regime qualora i ricavi superino specifiche soglie. In dettaglio, queste le nuove regole dopo la manovra del 2023:
- Superamento degli 85.000 euro, ma entro i 100.000 euro: il passaggio al regime ordinario avviene a partire dal 1° gennaio dell’anno fiscale successivo.
- Superamento dei 100.000 euro: in questo caso, l’uscita è immediata e decorre dall’operazione che determina il superamento.
Queste disposizioni mirano a garantire la coerenza del regime forfettario con la sua funzione originaria: agevolare contribuenti di piccole dimensioni. Nonostante tutto, il regime forfettario presenta numerosi vantaggi.
La manovra di bilancio 2025: meno rischi di esclusione
Un’altra modifica significativa è stata introdotta dalla Manovra di Bilancio 2025, che interviene su uno dei criteri di esclusione del regime forfettario. In base alla normativa in vigore prima della manovra 2025, non possono aderire coloro che nell’anno precedente abbiano percepito redditi da lavoro dipendente e/o assimilati superiori a 30.000 euro.
Detto limite è stato ora innalzato a 35.000 euro dalla legge di bilancio 2025, ampliando così la platea di potenziali beneficiari.
Tassazione del reddito: tutto confermato
Nonostante i cambiamenti nei criteri di accesso, la struttura della tassazione prevista per il regime forfettario rimane invariata. Il reddito derivante dall’attività imprenditoriale o professionale è soggetto a un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali, con un’aliquota ordinaria fissata al 15%.
Per incentivare l’avvio di nuove attività, è prevista un’aliquota agevolata del 5% per i primi cinque anni di esercizio, a condizione che siano rispettati determinati requisiti. Questa opportunità è particolarmente interessante per chi avvia una nuova impresa o attività professionale nel 2025.
Regime forfettario al 5%: i requisiti per l’aliquota agevolata
L’applicazione dell’aliquota agevolata richiede il rispetto di condizioni specifiche, delineate nel comma 65 della Legge di Bilancio 2016 e confermate in successivi chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate. Questi i requisiti:
- Assenza di attività precedente: il contribuente non deve aver esercitato, nei tre anni precedenti, alcuna attività d’impresa, professionale o artistica, neppure in forma associata o familiare.
- Esclusione di mera prosecuzione: la nuova attività non può rappresentare la continuazione di un’attività precedentemente svolta come lavoro dipendente o autonomo, salvo nei casi di pratica obbligatoria per l’accesso a determinate professioni.
- Limiti di ricavi e compensi dell’attività precedente: se l’attività prosegue quella di un altro soggetto, i ricavi realizzati dal predecessore non devono superare il limite di accesso al regime forfettario.
Questi criteri sono stati approfonditi in diverse circolari dell’Agenzia delle Entrate, tra cui la Circolare n. 10/E del 2016, la Circolare n. 9 del 2019 e la più recente Circolare n. 32/E del 2023.
Quale forfettario può avere il 5% nel 2025
Per coloro che avviano una nuova attività nel 2025, l’aliquota agevolata del 5% sarà applicabile per un quinquennio, coprendo i periodi d’imposta dal 2025 al 2029.
- Dal Modello Redditi 2026 (anno d’imposta 2025) al Modello Redditi 2030 (anno d’imposta 2029), il contribuente liquiderà l’imposta sostitutiva con l’aliquota agevolata del 5%.
- A partire dal Modello Redditi 2031 (anno d’imposta 2030), sarà invece applicata l’aliquota ordinaria del 15%.
Questa agevolazione si applica anche a coloro che hanno iniziato l’attività negli anni precedenti, purché si trovino ancora all’interno del quinquennio di applicazione dell’aliquota ridotta. Ad esempio, chi ha aperto la partita IVA nel 2021 potrà beneficiare del 5% fino al periodo d’imposta 2025 (Dichiarazione redditi 2026). Come va da se che, per chi ha iniziato nel periodo d’imposta 2020, l’anno d’imposta 2024 (Dichiarazione redditi 2025) è l’ultimo anno di applicazione del 5%.
Riassumendo
- Limite di ricavi aumentato: Dal 2023, soglia massima di ricavi passa a 85.000 euro.
- Soglia redditi dipendenti elevata: Nel 2025, esclusione per redditi dipendenti sopra 35.000 euro.
- Imposta sostitutiva invariata: Tassazione al 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni.
- Criteri di accesso rigorosi per l’aliquota agevolata: Esclusa mera prosecuzione di attività svolta come lavoro dipendente.
- Aliquota 5% quinquennale: Applicabile per nuovi forfettari dal 2025 al 2029.
- Aliquota 5% applicabile nel 2025 anche a chi ha iniziato nel 2021, 2022; 2023 e 2024.