Sarà sicuramente il nuovo campo di scontro tra le diverse fazioni politiche. Il regime forfettario, tanto caro all’ormai ex ministro degli Interni, Matteo Salvini, avrebbe dovuto essere esteso ad una platea più ampia di contribuenti. A partire dal 2020, questo regime cambia volto, nella misura più drastica.
In effetti, sarebbe quasi una forzatura (sempre attenendoci all’attuale bozza del decreto) parlare ancora di “Regime Forfettario”. Esso rimane, pur sempre, un “regime di vantaggio”, ma svuotato della sua essenza: la forfettizzazione dei costi per l’appunto.
Di seguito verranno trattate tutte le proposte di riforma del nuovo regime.
Un nuovo Regime dei Minimi per contrastare l’evasione
Stando alla bozza della manovra in circolazione, discussa in questi giorni dal recente Consiglio dei Ministri, la misura sostanziale allo studio sembrerebbe quella di un ritorno, in chiave moderna, del cosiddetto “Regime dei Minimi” (vecchio regime di
vantaggio, predecessore dell’attuale forfettario).
Lo si chiami come si voglia, la questione importante e quella della reintroduzione di un regime analitico per la determinazione dei costi e dei ricavi sostenuti. In questo modo, i titolari di piccole partite iva sarebbero costretti alla contabilizzazione dei costi.
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Cancellato il secondo scaglione della Flat Tax
Non vi sarà nessun nuovo scaglione oltre i 65 mila euro di fatturato, come invece previsto dal precedente governo. Ricordiamo che il regime forfettario, così per come lo conosciamo, a partire dal 2020 avrebbe dovuto avere un raggio d’azione più ampio, con l’introduzione di un secondo scaglione di fatturato (tra i 65 mila euro e i 100 mila euro) su cui sarebbe stata applicata una maggiore aliquota del 20%.
Nuove clausole d’esclusione
Il nuovo regime dovrebbe, anche , prevedere nuove clausole d’accesso / esclusione, inesistenti nell’attuale regime.
Oggi l’unico motivo di esclusione da questo regime consiste, sostanzialmente, nel superamento della soglia limite di 65 mila euro di volume d’affari in un anno d’imposta.
Oltre a questo, nella bozza del decreto viene fatta menzione di altre clausole, ossia:
– Limite di costi per beni strumentali di 20 mila euro;
– Limite di costi per le retribuzioni di dipendenti e consulenti di 20 mila euro.
Fatturazione elettronica
Cruciale sarà la questione “e – fatture” attualmente non chiara, ma citata nel Documento Programmatico di Bilancio, dove si può leggere di un “regime premiale per la fattura elettronica”.
Purtroppo ad oggi non si hanno dettagli sul tipo e sull’entità dei premi concessi, a tale scopo bisognerà attendere i testi definitivi della nuova manovra.