Regime forfettario e dipendenti: tutto quello che devi sapere

Il regime forfettario per dipendenti è la soluzione ideale, dal momento che consente di avviare un'attività professionale autonoma in modo semplificato e agevolato.
2 mesi fa
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partita iva dipendenti

Il regime forfettario per dipendenti è possibile? Sappiamo che il forfettario è un regime fiscale agevolato pensato per i lavoratori autonomi, le partite IVA e i piccoli imprenditori che desiderano gestire la loro attività con una semplificazione fiscale e contributiva. Ma cosa succede se si è lavoratori dipendenti e si vuole aprire una partita IVA in regime forfettario? È possibile conciliare le due posizioni? Quali sono i requisiti e le limitazioni imposte dalla normativa?

Continua a leggere per scoprire tutto quello che devi sapere sul regime forfettario per dipendenti, incluse le regole d’accesso, i vantaggi fiscali, le possibili criticità e le modalità operative.

È possibile aderire al regime forfettario se si è lavoratori dipendenti?

Si, è possibile aderire al regime forfettario anche se si è lavoratori dipendenti, ma ci sono delle condizioni e dei limiti da rispettare. Le legge infatti ha stabilito che il regime forfettario può essere utilizzato anche da chi già svolge un’attività da lavoratore dipendente, purché vengano rispettati alcuni requisiti specifici relativi al reddito complessivo e alla tipologia di attività svolta.

Requisiti per accedere al regime forfettario per dipendenti

Per poter aderire al regime forfettario come lavoratore dipendente, è necessario rispettare una serie di requisiti. Vediamo i principali.

1. Limite di reddito complessivo da lavoro dipendente

Uno dei requisiti più importanti per i lavoratori dipendenti che vogliono aprire una partita IVA in regime forfettario riguarda il limite di reddito. Per poter aderire al regime forfettario, il reddito da lavoro dipendente o assimilato (inclusi i redditi da pensione) non deve superare i 30.000 euro annui. Se si superano i 30.000 euro di reddito da lavoro dipendente, non è possibile beneficiare del regime forfettario per l’attività autonoma.

2. Limite di ricavi o compensi

Un altro requisito fondamentale è il limite di ricavi o compensi derivanti dall’attività autonoma o imprenditoriale. Per rimanere nel regime forfettario, i ricavi o compensi non devono superare i 85.000 euro annui.

Se durante l’anno si superano i 85.000 euro di fatturato, il contribuente uscirà dal regime forfettario l’anno successivo.

3. Incompatibilità con il datore di lavoro

Un altro aspetto delicato riguarda i rapporti tra l’attività autonoma e il proprio datore di lavoro. Il regime forfettario non può essere applicato se l’attività autonoma svolta con partita IVA è la prosecuzione diretta dell’attività svolta come lavoratore dipendente presso lo stesso datore di lavoro o presso soggetti ad esso riconducibili. Questa regola mira a evitare che i dipendenti aprano partite IVA fittizie per beneficiare di vantaggi fiscali, mentre continuano a lavorare per lo stesso datore di lavoro.

Un’eccezione a questa regola si applica se sono trascorsi almeno due anni dalla cessazione del rapporto di lavoro dipendente.

Vantaggi del regime forfettario per i lavoratori dipendenti

I vantaggi e gli svantaggi del regime forfettario valgono anche per i lavoratori dipendenti che decidono di avviare un’attività in proprio con partita IVA. Iniziamo a vedere quali sono i benefici.

1. Imposta sostitutiva ridotta

Il regime forfettario prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva del 15% sui redditi derivanti dall’attività autonoma. Questa imposta sostituisce l’IRPEF, le addizionali regionali e comunali, e l’IRAP. Se si tratta di una nuova attività, l’imposta sostitutiva è ridotta al 5% per i primi cinque anni.

2. Esenzione IVA

Un altro vantaggio è l’esenzione dall’IVA. I soggetti forfettari non sono tenuti ad applicare l’IVA sulle fatture emesse e non sono obbligati a presentare dichiarazioni IVA o liquidazioni periodiche. Questo semplifica notevolmente la gestione contabile.

3. Semplificazione contabile

Nel regime forfettario, la contabilità è estremamente semplificata. Non è obbligatoria la tenuta dei registri contabili e non è necessario presentare bilanci o dichiarazioni IVA. L’unica documentazione richiesta riguarda la conservazione delle fatture emesse e delle ricevute delle spese deducibili.

4. Contributi previdenziali ridotti

Per i lavoratori autonomi che aderiscono al regime forfettario, sono previste agevolazioni contributive.

Ad esempio, i soggetti iscritti alla gestione separata INPS possono beneficiare di un’aliquota contributiva ridotta rispetto ai lavoratori autonomi che non aderiscono al regime forfettario.

Criticità del regime forfettario per i dipendenti

Nonostante i numerosi vantaggi, il regime forfettario presenta anche alcune criticità e limitazioni, specialmente per i lavoratori dipendenti. Ecco le principali problematiche che possono emergere.

1. Impossibilità di detrarre l’IVA sugli acquisti

L’esenzione dall’IVA può rappresentare un vantaggio per la gestione contabile, ma comporta anche un lato negativo: i soggetti forfettari non possono detrarre l’IVA sugli acquisti effettuati. Questo significa che tutti gli acquisti, comprese le spese per materiali e servizi, sono pagati al lordo dell’IVA.

2. Deduzione forfettaria delle spese

Un’altra limitazione riguarda la deduzione delle spese. Nel regime forfettario, le spese non sono deducibili in modo analitico, ma vengono applicati coefficienti di redditività stabiliti per legge. Questi coefficienti variano in base al settore di attività e determinano la percentuale di ricavi che verrà tassata.

Per esempio, un libero professionista può dedurre il 22% dei ricavi, mentre un artigiano dedurrà il 40%. Questo meccanismo potrebbe risultare svantaggioso per chi sostiene spese significative, poiché le spese effettive non vengono prese in considerazione.

3. Rischio di esclusione dal regime

Superare i limiti di reddito o violare le regole di incompatibilità con il datore di lavoro può comportare l’esclusione dal regime forfettario. Se si superano i limiti imposti dalla normativa, si sarà automaticamente esclusi dal regime l’anno successivo e si dovrà passare al regime ordinario, con un carico fiscale e contabile decisamente più complesso.

Come aprire una partita IVA in regime forfettario

Aprire una partita IVA in regime forfettario è un procedimento semplice, ma richiede attenzione ai dettagli per rispettare tutti i requisiti previsti dalla legge. Ecco i passaggi principali.

Verifica dei requisiti di accesso

Prima di tutto, è importante verificare se si soddisfano i requisiti per aderire al regime forfettario, in particolare il limite di ricavi (85.000 euro) e il limite di reddito da lavoro dipendente (30.000 euro).

Apertura della partita IVA

Per aprire una partita IVA, è necessario presentare il modello AA9/12 all’Agenzia delle Entrate, indicando il codice ATECO relativo all’attività che si intende svolgere. Nel modello dovrà essere selezionata l’opzione per l’adesione al regime forfettario.

L’apertura della partita IVA è gratuita e può essere effettuata:

Gestione fiscale e contributiva

Una volta aperta la partita IVA, sarà necessario gestire la fiscalità e i contributi previdenziali. Se si è lavoratori dipendenti e si apre una partita IVA come lavoratore autonomo, bisognerà iscriversi alla Gestione Separata INPS o, in caso di attività artigianale o commerciale, alla Gestione Commercianti o Artigiani.

Differenze tra il regime forfettario e il regime ordinario

È importante comprendere le differenze tra il regime forfettario e il regime ordinario, soprattutto in termini di fiscalità e gestione contabile.

  • Nel regime forfettario, si applica un’imposta sostitutiva che sostituisce IRPEF, IRAP e addizionali, mentre nel regime ordinario si applica l’IRPEF con le sue aliquote progressive.
  • Nel regime forfettario non si applica l’IVA e non si possono detrarre le spese in modo analitico, mentre nel regime ordinario è possibile detrarre l’IVA e dedurre le spese effettive.
  • La contabilità nel regime forfettario è semplificata, mentre nel regime ordinario sono obbligatorie la tenuta dei registri contabili, la liquidazione periodica dell’IVA e la presentazione delle dichiarazioni fiscali.

Posso aprire una partita IVA in regime forfettario mentre lavoro come dipendente?

Sì, è possibile aprire una partita IVA in regime forfettario anche se si è lavoratori dipendenti, a condizione che il reddito da lavoro dipendente non superi i 30.000 euro annui e che l’attività autonoma non sia la prosecuzione di quella svolta come dipendente presso lo stesso datore di lavoro.

Posso destinare il mio TFR alla partita IVA?

No, il TFR è un trattamento di fine rapporto riservato ai lavoratori dipendenti e non può essere destinato all’attività autonoma. Tuttavia, puoi continuare a ricevere il TFR dal tuo datore di lavoro se mantieni la posizione di lavoratore dipendente.

Cosa succede se supero i limiti di fatturato?

Se superi il limite di 85.000 euro di ricavi annui, non potrai più beneficiare del regime forfettario e passerai automaticamente al regime ordinario l’anno successivo.

Posso dedurre le spese nel regime forfettario?

Nel regime forfettario non è possibile dedurre le spese in modo analitico. Invece, viene applicato un coefficiente di redditività che varia a seconda dell’attività svolta e che determina la parte dei ricavi soggetta a tassazione.

Devo pagare l’IVA nel regime forfettario?

No, i contribuenti forfettari sono esenti dal pagamento dell’IVA. Questo significa che non devono applicare l’IVA sulle fatture emesse, ma allo stesso tempo non possono detrarre l’IVA sugli acquisti.

Conclusione

Il regime forfettario per dipendenti rappresenta una soluzione interessante e vantaggiosa, dal momento che consente di avviare un’attività autonoma e beneficiare di una tassazione agevolata e di una gestione contabile semplificata. Tuttavia, è fondamentale rispettare i requisiti di accesso, come il limite di reddito da lavoro dipendente e il limite di fatturato, per poter usufruire di questo regime. Prima di aprire una partita IVA, è sempre consigliabile valutare attentamente la propria situazione con l’aiuto di un commercialista, per evitare sorprese e massimizzare i benefici offerti dalla normativa fiscale.

Riassumendo

  • I dipendenti possono aderire al regime forfettario, ma con reddito da lavoro dipendente sotto i 30.000 euro annui.
  • Il fatturato dell’attività autonoma non deve superare gli 85.000 euro per restare nel regime.
  • L’attività non può essere una prosecuzione diretta di quella svolta presso il datore di lavoro.
  • I vantaggi includono un’imposta sostitutiva ridotta e semplificazioni contabili.
  • Le limitazioni comprendono l’impossibilità di detrarre l’IVA sugli acquisti e la deduzione forfettaria delle spese.

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