La guida completa al regime forfettario in Italia

Il regime forfettario rappresenta una soluzione semplice e vantaggiosa per molti piccoli imprenditori e professionisti. Si tratta di un'opzione interessante, poiché garantisce una tassazione agevolata ed una gestione semplificata.
3 mesi fa
8 minuti di lettura
regime forfettario in Italia

Il regime forfettario rappresenta un’opzione fiscale vantaggiosa per le partite IVA in Italia, specialmente per i piccoli imprenditori e i professionisti. Introdotto come parte delle semplificazioni fiscali, questo regime offre notevoli benefici in termini di tasse ridotte e adempimenti burocratici semplificati.

Tuttavia, è importante comprendere bene le sue caratteristiche, i requisiti di accesso e le limitazioni, al fine di capire quando conviene e quando potrebbe non essere la scelta più adatta.

In questa guida completa, ti diremo tutto quello che c’è da sapere sul regime forfettario, dalle tasse ai limiti di fatturato, fino ai vantaggi e svantaggi.

Cos’è il regime forfettario?

Il regime forfettario è un sistema fiscale agevolato dedicato a liberi professionisti, artigiani, commercianti e altri titolari di partita IVA che soddisfano determinati requisiti, principalmente legati al fatturato annuo. Introdotto in Italia nel 2015 e modificato successivamente, questo regime sostituisce i precedenti regimi semplificati e mira a rendere più semplice e meno onerosa la gestione fiscale per le piccole attività economiche.

A differenza del regime ordinario, che richiede la tenuta di scritture contabili dettagliate e l’applicazione di aliquote fiscali progressive, il regime forfettario prevede una tassazione fissa su una parte del reddito, riducendo notevolmente il carico burocratico e fiscale per chi lo adotta.

Vantaggi del regime forfettario

Uno dei principali vantaggi del regime forfettario è la sua semplicità. Le partite IVA che aderiscono a questo regime non sono tenute a versare l’IVA, né a presentare la dichiarazione annuale dell’IVA o a effettuare i calcoli per il versamento dell’imposta. Questo comporta una riduzione degli obblighi amministrativi, che si traduce in meno tempo e costi dedicati alla gestione contabile. Ecco tutti i benefici di questo regime fiscale nel dettaglio.

Aliquota fiscale ridotta

Il regime forfettario prevede un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali pari al 15%. Per le nuove attività, nei primi cinque anni, l’aliquota scende al 5%, rendendolo estremamente vantaggioso per chi avvia un’impresa o una professione.

Esenzione dall’IVA

Le partite IVA in regime forfettario non sono soggette all’IVA, il che semplifica le operazioni di fatturazione e riduce il carico amministrativo. Non è necessario calcolare né versare l’IVA sulle vendite né detrarre l’IVA sugli acquisti.

Contributi previdenziali agevolati

I contributi INPS possono essere ridotti fino al 35% per chi aderisce al regime forfettario, a patto che si sia iscritti alla gestione commercianti o artigiani.

Requisiti per accedere al regime forfettario

Per accedere al regime forfettario, oltre a rispettare il limite di fatturato, è necessario soddisfare una serie di requisiti specifici.

Limite dei ricavi o compensi

Un aspetto fondamentale del regime forfettario è rappresentato dai limiti di fatturato. Per poter aderire e rimanere nel regime forfettario, è necessario rispettare un tetto massimo di ricavi o compensi annui, che varia a seconda dell’attività svolta. Attualmente, il limite generale è fissato a 85.000 euro annui. Superare questa soglia comporta l’esclusione dal regime a partire dall’anno successivo.

È importante monitorare attentamente il proprio fatturato durante l’anno, poiché superare anche di poco il limite stabilito può far scattare il passaggio automatico al regime ordinario, con tutte le complicazioni burocratiche e fiscali che ne derivano.

Spese per collaboratori

Le spese per eventuali dipendenti o collaboratori non devono superare i 20.000 euro annui.

Beni strumentali

Il valore complessivo dei beni strumentali utilizzati nell’attività non deve superare i 20.000 euro.

Non essere socio in società di persone o SRL

Chi possiede partecipazioni in altre società, come società di persone o SRL, non può aderire al regime forfettario, a meno che la società non sia considerata inattiva.

Attività non riconducibile al datore di lavoro precedente

Non è possibile accedere al regime forfettario se si svolge un’attività che sia una mera prosecuzione di un lavoro dipendente cessato da poco.

Calcolo delle tasse nel regime forfettario

Il calcolo delle tasse nel regime forfettario è piuttosto semplice rispetto ai regimi fiscali ordinari. L’ammontare del reddito imponibile non corrisponde al totale dei ricavi o compensi percepiti, ma si ottiene applicando un coefficiente di redditività che varia a seconda del tipo di attività.

Ad esempio, per le attività professionali, il coefficiente di redditività è fissato al 78%. Questo significa che il 78% dei ricavi rappresenterà il reddito imponibile su cui applicare l’imposta sostitutiva del 15% (o del 5% nei primi cinque anni). L’altro 22% viene considerato come spese forfettarie, senza la necessità di doverle documentare con scontrini o fatture.

Facciamo un esempio pratico.

  • Ricavi annuali: 50.000 euro
  • Coefficiente di redditività (78% per i professionisti): 50.000 x 78% = 39.000 euro
  • Imposta sostitutiva al 15%: 39.000 x 15% = 5.850 euro

Quindi, su 50.000 euro di ricavi, si pagheranno 5.850 euro di tasse nel regime forfettario. In caso di nuova attività, l’imposta è del 5% per i primi 5 anni.

Calcolo dei contributi nel regime forfettario

Un aspetto fondamentale da considerare per chi aderisce al regime forfettario riguarda il versamento dei contributi previdenziali, che variano a seconda del tipo di attività e dell’ente previdenziale a cui si è iscritti. Nel regime forfettario, infatti, le modalità di pagamento dei contributi seguono regole particolari che possono incidere notevolmente sul reddito netto di chi sceglie questa forma di tassazione agevolata.

Contributi per commercianti e artigiani

Questa cassa prevede dei contributi fissi, da versare ogni anno indipendentemente dal reddito. Questi sono calcolati in base ad un valore che, quest’anno, è pari a 18.415€.

Per quest’anno sono:

  • 4,427,04€ per artigiani
  • 4.515,43€ per commercianti.

Chi ha meno di 21 anni, paga circa 50 euro in meno.

Se apri la partita IVA nel corso dell’anno, devi calcolare:

  • 368,92€ al mese se sei artigiano
  • 376,29€ al mese se sei un commerciante.

Sulla parte di reddito eccedente e fino a 55.008€, i contributi sono:

  • commercianti, 24,48% (24,18% per under 21)
  • artigiani, 24% (23,70% per under 21).

Oltre i 55.008 €:

  • commercianti 25,48% (25,18% per under 2)
  • artigiani 25% (24,70% per under 21).

Artigiani e commercianti che operano in regime forfettario hanno la possibilità di accedere a una riduzione del 35%.

È importante sottolineare che il versamento dei contributi è comunque dovuto anche se il reddito imponibile è inferiore al minimo previsto dalla normativa, il che significa che artigiani e commercianti devono comunque pagare un importo minimo di contributi, indipendentemente dai guadagni effettivi.

Al contrario, se il reddito supera questa soglia, i contributi vengono calcolati in percentuale sull’eccedenza.

I contributi fissi devono essere versati ogni 3 mesi (maggio, agosto, novembre e febbraio dell’anno successivo), mentre i contributi eccedenti vanno versati a giugno e novembre dell’anno successivo.

Contributi per professionisti

I professionisti che non sono iscritti ad albi professionali e quindi non sono obbligati ad aderire a casse previdenziali specifiche (come architetti, avvocati o ingegneri) devono versare i contributi alla Gestione Separata INPS. In questo caso, i contributi variano di anno in anno. Quest’anno è pari al 26,07 % del reddito imponibile.

I professionisti che operano in regime forfettario non possono beneficiare della riduzione del 35% applicabile a commercianti e artigiani, ma hanno comunque il vantaggio di versare contributi esclusivamente in base al reddito prodotto, senza importi minimi obbligatori.

Le scadenze sono:

  • 30 giugno (saldo anno precedente e primo acconto anno in corso)
  • 30 novembre (secondo acconto anno in corso).

Per i professionisti iscritti ad albi professionali e soggetti a casse previdenziali private (ad esempio, avvocati iscritti alla Cassa Forense o ingegneri alla Cassa di Previdenza per gli Ingegneri), i contributi seguono le regole delle rispettive casse di appartenenza. Anche in questi casi, il regime forfettario non modifica le modalità di calcolo dei contributi, che possono variare sensibilmente da cassa a cassa.

Riduzione dei contributi INPS

Come anticipato, una delle agevolazioni più significative del regime forfettario riguarda la possibilità di richiedere una riduzione del 35% dei contributi INPS per chi è iscritto alla gestione commercianti o artigiani. Per ottenere questa riduzione, è necessario presentare una domanda all’INPS entro il 28 febbraio di ogni anno. La riduzione non comporta una riduzione proporzionale della pensione, ma solo una lieve riduzione della futura base pensionabile, che viene calcolata in base al numero di anni di contributi versati e all’aliquota ridotta.

Questa agevolazione può risultare particolarmente interessante per chi ha un’attività secondaria o ha già raggiunto una certa stabilità finanziaria, poiché permette di abbassare significativamente i costi di gestione dell’attività senza compromettere eccessivamente i futuri benefici previdenziali.

Quando conviene il regime forfettario?

Il regime forfettario può essere particolarmente conveniente in diverse situazioni.

Fatturati contenuti

Per chi ha un fatturato non molto elevato, il regime forfettario consente di ridurre notevolmente la pressione fiscale, soprattutto grazie all’imposta sostitutiva fissa e alla non applicazione dell’IVA.

Nuove attività

Per i nuovi imprenditori e professionisti, il regime forfettario offre un’aliquota ridotta del 5% per i primi cinque anni, agevolando la fase iniziale dell’attività e permettendo di accumulare risorse senza essere gravati da un’eccessiva tassazione.

Semplificazione amministrativa

Chi desidera ridurre gli adempimenti burocratici troverà nel regime forfettario una scelta interessante, grazie alla gestione semplificata delle dichiarazioni e degli obblighi contabili.

Esenzione IVA

Non essere soggetti all’IVA rappresenta un grande vantaggio, soprattutto per chi si rivolge prevalentemente a privati, poiché evita l’aggravio dell’imposta sui clienti e semplifica la gestione contabile.

Quando non conviene il regime forfettario?

Nonostante i numerosi vantaggi, il regime forfettario potrebbe non essere la scelta migliore in alcune situazioni.

Elevati costi deducibili

Nel regime forfettario non è possibile dedurre le spese effettivamente sostenute. Pertanto, per chi ha elevati costi aziendali o professionali, il regime ordinario potrebbe risultare più conveniente, poiché permette la deduzione integrale delle spese.

Collaborazione con grandi aziende

Per chi lavora con aziende che necessitano di fatturazione con IVA, il regime forfettario può rappresentare un problema, poiché non si può applicare l’IVA in fattura. Questo potrebbe portare a un rapporto meno favorevole con i clienti, che non possono detrarre l’IVA.

Sforamento del limite di fatturato

Superare il limite di fatturato di 85.000 euro annui obbliga l’uscita dal regime forfettario e il passaggio a quello ordinario. Per chi ha fatturati oscillanti o vicini alla soglia, questo può rappresentare una complicazione.

Requisiti e condizioni per il mantenimento del regime forfettario

Per mantenere l’adesione al regime forfettario, è necessario rispettare una serie di condizioni ogni anno. Oltre al già citato limite di fatturato, si deve:

  • continuare a rispettare il limite di spesa per dipendenti e collaboratori (20.000 euro annui)
  • non possedere partecipazioni in altre società di persone o SRL
  • non svolgere attività riconducibile a un precedente datore di lavoro, a meno che non siano trascorsi almeno due anni dalla cessazione del rapporto.

L’inosservanza di queste condizioni comporta l’esclusione dal regime a partire dall’anno successivo, con il conseguente passaggio al regime ordinario.

Regime forfettario e lavoro dipendente

Il regime forfettario può essere adottato anche da chi svolge contemporaneamente un lavoro dipendente. Tuttavia, esistono delle condizioni specifiche da rispettare. In particolare, i lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito da lavoro subordinato superiore a 30.000 euro annui non possono accedere al regime forfettario. A meno che il reddito da lavoro autonomo non rappresenti l’attività principale. Questo limite è stato introdotto per evitare che il regime forfettario venga sfruttato come un modo per ridurre la tassazione su redditi elevati provenienti da attività parallele.

Un’altra importante considerazione riguarda la possibilità di sommare i redditi. I redditi da lavoro dipendente e da lavoro autonomo sono tassati separatamente, con il lavoro dipendente soggetto alla normale tassazione IRPEF e il lavoro autonomo soggetto all’imposta sostitutiva del regime forfettario. Questo offre un’ulteriore agevolazione fiscale, permettendo ai contribuenti di mantenere una bassa pressione fiscale sul reddito derivante dall’attività autonoma. E senza che questo incida in maniera significativa sulle tasse legate al lavoro dipendente.

In ogni caso, è essenziale valutare con attenzione la convenienza di questo regime, soprattutto in relazione ai limiti di reddito e ai possibili benefici derivanti dalla deduzione delle spese nel regime ordinario.

Cosa accade con i contributi in caso di cumulo con il lavoro dipendente?

Per chi aderisce al regime forfettario e ha contemporaneamente un lavoro dipendente, la gestione dei contributi varia a seconda del tipo di attività autonoma svolta. Se si tratta di un’attività professionale soggetta alla Gestione Separata INPS, i contributi sono comunque dovuti, anche se in misura ridotta.

In alcuni casi, i lavoratori dipendenti a tempo pieno con copertura previdenziale possono essere esonerati dal versamento dei contributi INPS per l’attività autonoma. Soprattutto se quest’ultima è secondaria rispetto al lavoro principale.

Conclusione

Il regime forfettario rappresenta una soluzione semplice e vantaggiosa per molti piccoli imprenditori e professionisti, grazie alla riduzione degli obblighi fiscali e amministrativi. Come abbiamo visto, presenta anche alcune limitazioni che è importante considerare attentamente prima di adottarlo.

Per chi soddisfa i requisiti e ha una gestione dei costi contenuta, può rappresentare una scelta ideale, dal momento che garantisce una tassazione agevolata e una gestione semplificata.

Riassumendo…

  • Il regime forfettario è un’opzione fiscale agevolata per liberi professionisti e piccoli imprenditori.
  • Prevede una tassa sostitutiva fissa del 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività.
  • Non richiede l’applicazione dell’IVA e offre semplificazioni amministrative significative.
  • Ha un limite di fatturato annuo di 85.000 euro e specifici requisiti di accesso.
  • È conveniente per attività con bassi costi deducibili ma meno vantaggioso per chi ha spese elevate.

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