Regime forfettario. La fattura elettronica 2024 per ridurre i termini di accertamento

La fatturazione elettronica 2024 potrebbe comportare la riduzione dei termini di accertamento del Fisco
11 mesi fa
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E se la fattura elettronica 2024 fosse un’opportunità e non un aggravio anche per i contribuenti in regime forfetario? Non si tratta di una provocazione, ma diciamo fin da subito che la fatturazione elettronica potrebbe limitare i controlli dell’Agenzia delle entrate ossia il tempo a sua disposizione per attivare la propria attività di accertamento. Le norme adottate dal legislatore negli ultimi anni sono andate sempre nella direzione di favorire pagamenti tracciati e documenti fiscali elettronici.

In tal senso va l’estensione dell’obbligo di fattura elettronica anche per i contribuenti in regime forfettario e gli altri soggetti che fino al 2023 erano rimasti esclusi.

Soffermandoci sul potere di accertamento del Fisco, vediamo quali sono rispetto a tali aspetti i vantaggi legati alla fatturazione elettronica 2024.

L’obbligo di fatturazione elettronica 2024 anche per i forfettari

Per le operazioni fatturate dal 1 gennaio 2024 anche per i contribuenti in regime forfettario è ammesso il solo formato elettronico. La fattura deve essere emessa in formato XML in transito dal Sistema di Interscambio (S.d.I.). Non sono ammesse fatture cartacee o elettroniche in transito da canali diversi dallo S.d.I.

Detto ciò, nel complesso l’obbligo di emettere fattura elettronica è esteso:

  • ai contribuenti in regime forfettario (articolo 1, commi da 54 a 89, legge 190/2014);
  • ai contribuenti in “regime di vantaggio” (articolo 27, commi 1 e 2, Dl 98/2011);
  • ai soggetti passivi (associazioni sportive dilettantistiche ed enti del terzo settore) che hanno esercitato l’opzione per l’applicazione del regime speciale ai fini dell’Iva e delle imposte sui redditi (articoli 1 e 2, legge 398/1991).

Attenzione, l’obbligo è già in essere dal 1° luglio 2022 con ricavi o compensi 2021, ragguagliati ad anno, superiori a 25.000.

In alcuni casi, per i forfettari, l’obbligo di fattura elettronica potrebbe essere scattato nel 2023 con il superamento del limite di ricavi/compensi pari a 100.000. In tale caso la fatturazione elettronica deve essere attivata a partire dall’operazione che ha determinato il superamento della soglia citata.

A ogni modo, bisogna prestare attenzione agli intrecci tra fatturazione elettronica B2C e “scontrino”.

I vantaggi della fatturazione elettronica. Possibile ridurre i termini di accertamento

In premessa abbiamo accennato al fatto che la fatturazione elettronica potrebbe essere un’opportunità. Infatti questa potrebbe portare ad una riduzione dei termini di accertamento per imprese e professionisti. Addirittura di due anni (da 5 a 3).

Infatti, in base all’art. 3 del D.Lgs. 127/2015 sulla fatturazione elettronica 2024:

Il termine di decadenza di cui all’articolo 57, primo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e il termine di decadenza di cui all’articolo 43, primo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, sono ridotti di due anni. La riduzione si applica solo per i soggetti passivi di cui all’articolo 1 che garantiscono, nei modi stabiliti con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, la tracciabilità dei pagamenti ricevuti ed effettuati relativi ad operazioni di ammontare superiore a euro 500.

Ai fini della tracciabilità rilevano strumenti di pagamento quali: bonifico bancario o postale, carta di debito o carta di credito, ovvero assegno bancario, circolare o postale recante la clausola di non trasferibilità.

Dunque, in primis, ai fini della riduzione dei termini di accertamento serve che tutti i pagamenti ricevuti ed effettuati di ammontare superiore a 500 euro siano tracciati (art. 4 c. 1 del Decreto Min. Economia e Finanze 4 agosto 2016).

Come da risoluzioni Agenzia delle entrate, n° 331/2021 e n° 438/2022, la riduzione dei termini di accertamento richiede non solo i pagamenti tracciati ma anche che la documentazione telematica delle operazioni poste in essere.

Cosicché, per far si che i termini di accertamento si riducano, è necessaria:

  • la documentazione delle operazioni poste in essere tramite fatturazione elettronica via SdI e/o memorizzazione elettronica ed invio telematico dei dati dei corrispettivi giornalieri;
  • l’effettuazione di pagamenti tracciabili sia ricevuti ed effettuati relativi a tali operazioni se di ammontare superiore a euro 500.

Per legittimare la riduzione dei termini di accertamento con la fatturazione elettronica 2024, sarà necessario anche compilare uno specifico rigo del modello Redditi.

Ad esempio, gli imprenditori individuali e i professionisti, dovranno barrare la casella RS136. In tal modo attesteranno il possesso dei requisiti per beneficiare della riduzione dei termini di accertamento.

A ogni modo, la riduzione dei termini di decadenza dell’attività di accertamento non si applica ai redditi diversi da quelli d’impresa o di lavoro autonomo.

 Riassumendo…

  • La fatturazione elettronica potrebbe comportare la riduzione dei termini di accertamento del Fisco;
  • oltre alla fatturazione elettronica a monte è necessario che i pagamenti siano tracciati;
  • nel complesso, è possibile ridurre i termini di accertamento di due anni.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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