Tra il regime forfettario o la partita IVA ordinaria, ecco cosa considerare. Nella scelta e, nel caso specifico, se hai dei figli a carico. Perché è vero che quello della flat tax al 15%, per i ricavi o per i compensi annui non superiori alla soglia dei 65.000 euro, è un regime fiscale vantaggioso.
Tra il regime forfettario o la partita IVA ordinaria, infatti, è il primo quello che può permettere di pagare meno tasse. Pur tuttavia, rispetto al regime ordinario si perdono alcuni benefici.
Il regime forfettario oppure la partita IVA ordinaria? Cosa considerare se hai dei figli a carico
Nel dettaglio, su cosa considerare se hai dei figli a carico, tra il regime forfettario o la partita IVA ordinaria, c’è da dire subito una cosa. Ovverosia, che nel regime della flat tax al 15% le riduzioni per i figli a carico non sono accessibili. Quindi, sulla carta le riduzioni si rischiano di perdere anche se una soluzione c’è.
Su cosa considerare se hai dei figli a carico, tra il regime forfettario o la partita IVA ordinaria, è fondamentale che, rispetto al contribuente in flat tax al 15%, l’altro genitore abbia un reddito più alto.
Cosa considerare se hai figli a carico sulla scelta del tipo di partita IVA
In tal caso, infatti, se hai dei figli a carico chi è in regime forfettario è tagliato fuori dalle riduzioni previste. Ma queste, da parte dell’altro genitore con il reddito più alto, possono essere sfruttate al 100%. La condizione che il reddito del coniuge sia più alto è peraltro fondamentale per la fruizione al 100% delle riduzioni per i figli a carico. Così come in passato è stato spiegato dall’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione numero 69/E del 22 luglio del 2019.