Il primo trimestre si è concluso con un rendimenti decennali stabili per i BTp appena sotto il 3,70% e spread in forte calo da 165 a 137 punti base. Ma a metà marzo il differenziale con i Bund era crollato fin sotto i 120 punti, ai minimi da novembre del 2021. Da settimane c’è incertezza sui mercati. Si sa che il taglio dei tassi di interesse nell’Eurozona arriverà, con ogni probabilità a giugno come fa filtrare la Banca Centrale Europea (BCE). Ma è sul ritmo dell’allentamento monetario che si cerca di capire di più.
Inflazione sotto le stime in Italia e Francia
Ma proprio i dati sull’inflazione di ieri offrono spunti per capire come si potranno muovere i rendimenti dei BTp subito dopo Pasqua. Nel giorno in cui uscivano per Italia e Francia, i mercati erano chiusi per la festività del Venerdì Santo. Non c’è stato modo di verificare in tempo reale la reazione dell’obbligazionario. I prezzi al consumo a marzo sono aumentati dell’1,3% su base annua in Italia, in accelerazione dallo 0,8% di febbraio. E l’inflazione di fondo è accelerata dal 2,3% al 2,4%. Ma le previsioni erano per una crescita dell’1,4%. In Francia, crescita tendenziale in calo dal 3% al 2,3%. Anche in questo caso, sotto le stime del 2,6%.
Taglio dei tassi BCE più vicino
Il dato italiano può sembrare negativo per l’accelerazione registrata, ma si partiva da un valore assai basso. E, soprattutto, è stato l’effetto base a venire meno. Il confronto è avvenuto, cioè, con prezzi già in calo nel marzo dello scorso anno. Il combinato tra i dati italiani e francesi, in attesa che arrivino quelli del resto dell’Eurozona, offre prospettive a breve termine positive per i rendimenti dei BTp.
Rendimenti BTp in possibile restringimento sui Bund
Tassi in calo implicano minori rischi sovrani per un Paese iper-indebitato come l’Italia. E questo riduce il premio o spread preteso dai mercati per acquistare titoli di stato italiani, anziché quelli “core” tedeschi. Anche se i Bund restassero invariati, quindi, ci sarebbe l’opportunità per i rendimenti dei BTp di arretrare nelle prossime sedute. Non dimentichiamo che i decennali ellenici offrono lo 0,40% in meno e quelli spagnoli lo 0,50% in meno dei nostri.