Il Tesoro ha fatto cassa anche oggi con l’emissione di quattro titoli di stato, tutti già in circolazione da tempo. Non c’erano in offerta nuove tranche. Dei 9,75 miliardi di euro raccolti, 3,5 miliardi sono arrivati grazie al BTp 1 agosto 2028 con cedola 3,80% (ISIN: IT0005548315). In generale, i rendimenti dei BTp sono risultati in calo rispetto ai collocamenti precedenti. In particolare, la scadenza quinquennale ha esitato un prezzo di aggiudicazione di 100,46, perfettamente in linea con il mercato secondario. Ad esso è corrisposto un rendimento lordo del 3,73%.
Al netto dell’imposta del 12,50%, il rendimento del BTp a 5 anni si aggira intorno al 3,25%. Trattasi di un livello dimezzato rispetto all’ultimo dato disponibile sull’inflazione italiana e riferito al mese di giugno: 6,4%. Verrebbe da dire che il rendimento netto reale dell’emissione risulterebbe profondamente negativo. In realtà, quando investiamo dobbiamo guardare all’inflazione futura attesa e non solamente a quella passata. Da qui ai prossimi cinque anni, ad esempio, il mercato sconta una crescita annuale media dei prezzi al consumo in Italia dell’1,70%. Lo di deduce raffrontando il rendimento reale offerto dal BTp Italia novembre 2028 con il bond del Tesoro con cedola fissa.
Segnali di calo per rendimenti BTp
Sulla base di queste previsioni, il rendimento del BTp a 5 anni risulta essere positivo in termini netti reali. Ma questo era solo uno dei quattro bond offerti. C’erano due decennali, di cui uno in scadenza nel dicembre 2032 e l’altro nel novembre 2033. Hanno offerto rispettivamente il 3,98% e il 4,10%. Quest’ultima, come sappiamo, è una scadenza “benchmark”. Rispetto al Bund a 10 anni, offre un premio (spread) compreso nelle ultime sedute tra 160 e 165 punti base. Il decennale tedesco stamane offre il 2,44%.
Infine, il CcTeu 15 ottobre 2028 e cedola indicizzata all’Euribor a 6 mesi con spread dello 0,80%. Il prezzo di aggiudicazione è stato in quest’ultimo caso di 100,33.