Rendimenti Bund, quando saliranno con l’inflazione in Germania al 2%?

Con l'inflazione in Germania quasi al 2%, i rendimenti dei Bund possono rimanere così bassi? Vediamo quando e in che misura potrebbero risalire.
8 anni fa
4 minuti di lettura

Vi ricordate il tweet di Bill Gross, ex boss di Pimco, fondo obbligazionario numero uno al mondo, risalente all’aprile del 2015, quando il manager espresse l’intenzione di “shortare” i Bund, ritenendo l’operazione l’occasione della vita? Dopo qualche seduta scattava il sell-off, i rendimenti decennali tedeschi iniziano a risalire (era passato poco più di un mese dall’inizio degli acquisti di assets da parte della BCE con il “quantitative easing”), passando dall’allora minimo storico dello 0,079% allo 0,92% del 21 giugno.

In quattro mesi, erano aumentati di quasi 12 volte, pur restando in valore assoluto bassissimi.

Da lì in poi, però, tornarono a scendere, complici due fenomeni: l’inflazione tedesca calante, che proprio dalla metà del 2015 si azzerava per tornare successivamente in territorio negativo e le tensioni nell’Eurozona sulla Grexit. Erano le settimane del braccio di ferro tra il premier greco Alexis Tsipras e i creditori pubblici, che portò Atene a un passo fuori dall’Eurozona. (Leggi anche: Bund a 10 anni, svolta vicina?)

Inflazione tedesca quasi al 2%

Fungendo i Bund da rifugio contro le tensioni internazionali, naturale che siano scattati gli acquisti, perduranti fino all’estate scorsa, quando i rendimenti decennali tedeschi scesero fino a un minimo a fine seduta del -0,186%. Da allora, sono tornati a crescere di una cinquantina di punti base, pur restando ancora una volta praticamente azzerati e attestandosi oggi intorno allo 0,30%.

Rispetto a quasi due anni fa, però, l’inflazione tedesca sta accelerando e anche più velocemente delle attese, arrivando il mese scorso all’1,7%, sostanzialmente al target della BCE per l’intera unione monetaria, che è poco inferiore al 2%. Se i prezzi crescono, è come se i rendimenti nominali diminuissero, per cui o altre cause giustificano una loro stabilizzazione ai livelli attuali, oppure non potranno che ricrescere. (Leggi anche: Quantitative easing a rischio, ecco perché gli stimoli di Draghi potrebbero durare meno del previsto)

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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