Rendimenti dei Bund in risalita dall’autunno?
Una volta somatizzati i risultati e toccato con mano, per dirla alla Barack Obama, che “il sole continuerà a sorgere la mattina seguente”, i mercati finanziari allevieranno le tensioni e torneranno a normalizzarsi, concentrandosi sui fondamentali. Sta accadendo lo stesso negli USA, dove la temutissima vittoria di Donald Trump si è tradotta in occasione per investire sul mercato azionario e per fuggire da quello dei bond, in previsione di un’inflazione americana maggiore.
Se quanto stiamo ipotizzando risultasse vero, dovremmo immaginare che i rendimenti dei Bund torneranno a risalire piuttosto nettamente a partire dall’autunno prossimo, quando l’intero ciclo elettorale europeo si sarà esaurito per quest’anno. Resta, però, il caso Italia, dove al più tardi nel febbraio dell’anno 2018 si rinnova il Parlamento e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo potrebbe arrivare primo e vincere le elezioni. (Leggi anche: Investire in Europa nel 2017 potrebbe diventare un affare)
Rendimenti BTp prossimi al 3% con la fine del QE
Le pressioni ribassiste sui rendimenti dei Bund, pertanto, dovrebbero rimanere per un altro anno, ma si consideri che con l’avvicinarsi della fine del 2017, il mercato inizierà a scontare il venir meno degli acquisti della BCE, riposizionandosi su rendimenti maggiori per tutti i titoli di stato.
In assenza di anomalie sul piano geo-politico, i rendimenti dei Bund potrebbero schizzare fin sopra l’1%, puntando con ogni probabilità all’1,2-1,3%, qualora l’inflazione tedesca si stabilizzasse intorno o poco sotto al 2%. D’altronde, a luglio, quando i rendimenti dei Bund erano crollati fin quasi al -0,2% e sembrava scontata la vittoria di Hillary Clinton negli USA, l’inflazione in Germania era ancora dello 0,4%, ovvero di 600 punti base superiore ai primi. Ciò ci porta a ipotizzare, che il mercato arriverebbe, in condizioni normali, a richiedere rendimenti decennali a Berlino fino al -0,6/-0,7% in meno del tasso d’inflazione.