Questa è la prima settimana dopo 15 anni in cui i titoli di stato ellenici beneficiano del rating “investment grade” da parte di tutte le principali agenzie di valutazione internazionali. Venerdì scorso, Moody’s ha alzato il suo giudizio da B1 a Baa3 con oulook stabile. La Grecia non è più ufficialmente un emittente speculativo e i suoi rendimenti lo avevano anticipato da tempo. Un’ottima notizia per Atene, che si mette definitivamente alle spalle l’onta di una crisi economica e finanziaria, che l’aveva travolta nel decennio passato.
Debito pubblico atteso sotto 150%
Moody’s ha giustificato la promozione, notando che i conti pubblici siano migliorati molto più velocemente delle previsioni. In effetti, nel 2024 il deficit è stato all’1% contro un avanzo primario al 2% del Pil.
Per quest’anno il governo stima un avanzo primario al 3,5% e un surplus complessivo allo 0,2% o finanche allo 0,5%. Significa che il debito pubblico potrebbe scendere anche in valore assoluto, visto che le entrate supererebbero le spese. In rapporto al Pil, scenderebbe quest’anno dal 155,5% a meno del 150%.
Ordini record settimana scorsa
Per quanto riguarda i rendimenti della Grecia, per la scadenza a 10 anni sono scesi dal 3,70% al 3,58% questa settimana. Tuttavia, lo spread con la Germania è rimasto invariato a 83 punti base. Anche quello tra BTp e Bund è rimasto lo stesso, seppure attorno ai 107 punti. Dunque, il mercato non ha reagito in alcun modo all’upgrade, sebbene sia arrivato in anticipo rispetto alle previsioni dei più.
Questo non significa che l’impatto futuro sarà neutrale per i rendimenti in Grecia. Già prima dell’uprade, il Tesoro di Atene aveva ricevuto richieste record per complessivi 56,5 miliardi di euro per due bond con scadenza rispettivamente nel luglio 2038 e giugno 2054.
Un boom che si giustificava con la prospettiva di un pieno ritorno allo status “investment grade” entro breve. Cosa che è accaduta solamente un giorno più tardi.
Rendimenti in Grecia più vicini alla Germania
Per quanto la notizia potesse essere considerata scontata (meno sui tempi), resta il fatto che la promozione cambia un po’ di cose. Molti investitori istituzionali, specie asiatici, potranno tornare a inserire bond ellenici in portafoglio. Gli statuti spesso vietano loro di farlo per asset “junk”, cioè con valutazioni insufficienti. Si stimano afflussi per 4-8 miliardi sul mercato sovrano e un conseguente restringimento dello spread di una ventina di punti a 60 con i Bund entro un anno. I rendimenti in Grecia si avvicinerebbero ulteriormente ai livelli tedeschi. La crescita economica regge anche grazie al boom del turismo, innescando un circolo virtuoso per i conti pubblici.