La banca centrale ha lasciato i tassi d’interesse invariati al 19% e ciononostante i rendimenti turchi non stanno bevendo la narrazione che il nuovo governatore Sahap Kavcioglu vorrebbe propinare ai mercati. La scadenza a 10 anni oggi offre il 17,95%, quella a 2 anni il 18,55%. E la lira turca perdeva nel primo pomeriggio due terzi di punto percentuale, scambiando a 8,12 contro il dollaro. Poco prima del comunicato del board, il cambio si era rafforzato di circa lo 0,30%, scendendo a 8,03.
Questa di oggi è stata la prima riunione della banca centrale sotto la guida del nuovo governatore Sahap Kavcioglu.
Nel comunicato, si legge che gli effetti della politica monetaria adottata non si vedono ancora sul trend dei prezzi al consumo, ma che ci si attende diventino visibili nei prossimi mesi. Ad ogni modo, l’istituto s’impegna a tenere i tassi d’interesse sopra l’inflazione e di centrare per quest’ultima il target del 5% a medio termine. Ma né i rendimenti turchi, né il cambio stanno reagendo di conseguenza, come dicevamo. E c’è un motivo: la banca centrale ha ammorbidito già i toni, eliminando il riferimento a possibili nuovi rialzi dei tassi nel caso servissero e al mantenimento della stretta monetaria “con decisione” per un periodo prolungato di tempo.
Rendimenti turchi più piatti con la nomina di Kavcioglu
In altre parole, ci troviamo dinnanzi a una farsa bella e buona. Kavcioglu è stato nominato dal presidente Erdogan con il preciso scopo di tagliare i tassi quanto più rapidamente possibile sotto il 10%.
Abbiamo già spiegato il perché: il mercato si aspetta con certezza che i tassi saranno tagliati e che l’inflazione sarà lasciata correre. Da qui, rendimenti turchi a lungo relativamente più in salita di quelli a breve. Probabile che la curva diventi almeno un po’ ripida al primo taglio dei tassi, quando non vi sarà più alcun dubbio sulla direzione che la banca centrale intenda assumere. Che l’obiettivo di Kavcioglu sia di tagliare i tassi lo confermano anche le sue critiche all’operato del predecessore, apparse sul quotidiano islamico-conservatore per cui scriveva prima della nomina.