Rendimenti USA in calo, c’è dietro Musk?

Rendimenti USA in calo ai minimi da 2 mesi e mezzo per la scadenza a 10 anni, anche se le aspettative d'inflazione restano elevate.
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Rendimenti USA in calo
Rendimenti USA in calo © License Creative Commons

In calo i rendimenti USA lungo la curva e ai minimi da due mesi e mezzo. Il Treasury a 10 anni offre al momento il 4,35% contro più del 4,80% a cui era risalito a metà gennaio, poco prima che il presidente Donald Trump giurasse per il secondo mandato. Anche il Treasury a 2 anni offre ai minimi da metà dicembre: il 4,12% contro il picco del 4,39% di gennaio.

Inflazione alta e tassi stabili

Il calo dei rendimenti USA si potrebbe considerare conseguenza del “raffreddamento” delle aspettative d’inflazione, specie con riferimento al tratto lungo della curva dei tassi. E’ davvero così? Monitorando la differenza tra Treasury e TIPS a 5 anni, emerge che gli investitori si aspettino nel medio-lungo termine una crescita media annuale dei prezzi al consumo superiore al 2,60% negli Stati Uniti.

Il contrario della premessa da cui siamo partiti.

Quanto ai tassi di interesse, il mercato sconta due tagli dello 0,25% ciascuno entro l’anno da parte della Federal Reserve. C’è da dire che nelle scorse settimane era atteso un solo taglio verso l’estate. Dunque, non sembra che il calo dei rendimenti USA abbia a che vedere con il dietrofront dell’inflazione. Questa è salita al 3% a gennaio, dato massimo dal luglio scorso. Era scesa fino al 2,4% a settembre.

Mano di Musk sui rendimenti USA?

Può c’entrare qualcosa Elon Musk? L’uomo più ricco del mondo e oggi considerato il “first buddy” del presidente Trump, è stato nominato a capo del DOGE, Dipartimento per l’Efficienza Governativa. Già fa discutere di sé per i suoi metodi sbrigativi nel licenziare i funzionari pubblici in eccesso e per i tagli alla spesa pubblica, partendo dall’agenzia USAID.

Cosa avrebbe a che fare con il calo dei rendimenti USA? Possibile che il mercato inizi a intravedere la volontà della nuova amministrazione di ridurre il disavanzo fiscale, cosa che si rifletterebbe in una minore offerta futura dei Treasuries.

Se così fosse, i rendimenti USA scenderebbero non per la più bassa inflazione attesa dal mercato (anzi, sta avvenendo il contrario), bensì per il minore deficit fiscale auspicato. Una spiegazione non del tutto convincente, dato che Musk deve ancora provare che i risparmi immaginati si concretizzino. In campagna elettorale aveva parlato di 2.000 miliardi di dollari all’anno. Sembrano troppi, anche perché sappiamo che uno stato non è facile da efficientare come un’azienda.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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