Ancora giù il rendimento del BTp a 10 anni. Nel corso della seduta di ieri è sceso fin sotto il 4,05%. Era al 4,25% solamente mercoledì scorso. Nel frattempo, lo spread con i Bund della Germania si è ristretto sotto 170 punti base o 1,70%, scendendo in area 1,67%. E’ il differenziale di rendimento più basso dall’aprile dello scorso anno, cioè da quattordici mesi a questa parte. Per comprendere cosa stia accadendo, possiamo guardare anche al CDS a 5 anni, il prezzo del titolo che assicura contro il rischio default.
Questo significa che il rischio sovrano percepito per il debito pubblico italiano si sta riducendo. Per quale ragione? Questa settimana, sono chiamate ad esprimersi in fatto di tassi d’interesse sia la Federal Reserve che la Banca Centrale Europea (BCE). La prima dovrebbe lasciare immutato il costo del denaro negli Stati Uniti e non si esclude che ponga fine alla stretta monetaria. La seconda dovrebbe continuare ad alzare i tassi d’interesse dello 0,25% e verosimilmente farà altrettanto al board di fine luglio.
BTp a 10 anni tonico su board BCE
Tuttavia, anche la BCE dovrebbe essersi avvicinata alla fine della stretta sui tassi. Dopo il dato sul PIL nell’Area Euro, che ci ha consegnato settimana scorsa una foto negativa sull’economia, tecnicamente in recessione, stanno diminuendo le probabilità di un aumento dei tassi anche a settembre. La minore pressione sui titoli di stato fa particolarmente bene ai bond italiani. Il BTp a 10 anni vede scendere il proprio rendimento in misura maggiore della scadenza a 2 anni. In gergo, si duole definire questo fenomeno come un appiattimento della curva. E quando accade, il mercato sconta o l’arrivo della recessione o il taglio dei tassi o entrambe le cose.
Nello specifico, il taglio dei tassi BCE non arriverebbe prima di un anno.