Il rendimento del Bund a 10 anni sprofonda ai minimi da sei mesi sotto il 2,20%

Il rendimento del Bund a 10 anni collassa ai minimi da febbraio e gli spread nel Sud Europa risalgono: verso 150 punti per il BTp.
4 mesi fa
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Rendimento Bund a 10 anni sotto 2,20%
Rendimento Bund a 10 anni sotto 2,20% © Licenza Creative Commons

In queste ultime sedute stiamo assistendo a un fenomeno apparentemente strano, anche se chi segue i mercati sa benissimo che non lo sia in sé. Il rendimento del Bund a 10 anni è sprofondato ai minimi da inizio febbraio, cioè sei mesi a questa parte. Mentre scriviamo, risulta sceso sotto il 2,20%. Era al 2,67% subito dopo le elezioni europee. In pratica, il decennale tedesco perde circa mezzo punto percentuale in meno di due mesi. Questo trend sta trascinando giù anche i rendimenti nel resto dell’Eurozona.

Il BTp a 10 anni offre al momento il 3,67% contro il 4,11% a cui era arrivato all’indomani delle elezioni europee.

Spread su nel Sud Europa

Tuttavia, se guardiamo agli spread, notiamo che essi siano risaliti. In Italia il differenziale si porta nelle vicinanze dei 150 punti base o 1,50%. Era sceso sotto 130 punti non più tardi di una decina di giorni fa. Perché è un apparente paradosso? Siamo portati a credere che la discesa dei rendimenti italiani comporti necessariamente quella dello spread. In realtà, può ben accadere che le cose vadano nel senso opposto: rendimenti giù, spread su.

Tensioni internazionali

Come mai? Semplice, lo spread misura una differenza. Nel caso specifico, il rendimento del Bund sta scendendo più velocemente dei rendimenti italiani, spagnoli, greci e francesi. In questo momento, ad esempio, la differenza con gli Oat della Francia sfiora gli 80 punti base, un livello relativamente elevato per gli standard parigini.

Cosa sta accadendo di preciso? C’è tensione nel mondo. L’attacco israeliano in Iran che ha ucciso il leader di Hamas rischia di alimentare un’escalation militare nel Medio Oriente. Sullo sfondo restano le schermaglie tra Occidente e Cina sui dazi anti-dumping, ma se ne saprà di più solo dopo le elezioni presidenziali di novembre negli Stati Uniti. Come se non bastasse, il Pil tedesco è tornato a contrarsi nel secondo trimestre, in controtendenza all’Eurozona nel suo complesso.

Viceversa, l’inflazione ha ripreso a salire a sorpresa nel mese di luglio. Per fortuna ciò non sembra intaccare le aspettative circa altri due tagli dei tassi di interesse entro l’anno da parte della Banca Centrale Europea.

Rendimento Bund scende, effetto safe asset

La prima economia europea versa in una condizione di stagflazione. Tutto questo riduce la propensione al rischio tra gli investitori, i quali si stanno buttando a capofitto sui titoli di stato tedeschi. Ed è così che il rendimento del Bund crolla. Questo sarebbe il vero paradosso: ad andare male è la Germania e il mercato corre a comprare il suo debito. Come lo si spiega? I Bund sono percepiti “safe asset“, porti sicuri contro le tensioni, anche se esse provengono dalla stessa Germania. Peraltro, l’Eurozona non offre soluzioni alternative degne di nota. Le emissioni di debito comune sono ancora modeste e dalle prospettive future incerte.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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