Il rendimento dei buoni postali è salito, la variazione vale anche per i vecchi titoli? Le differenze con i Btp?

I buoni fruttiferi postali sono più competitivi perché hanno un rendimento più alto. La variazione vale anche per i vecchi titoli sottoscritti in precedenza e quali sono le differenze con i Btp?
2 anni fa
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Per contrastare l’aumento dell’inflazione, Cassa Depositi e Prestiti ha deciso di modificare i tassi dei buoni fruttiferi postali rendendoli più competitivi. I rendimenti, però, non sono minimamente paragonabili a quelli offerti negli anni ottanta. Con essi, infatti, era possibile veramente realizzare un sogno come un viaggio o una piccola automobile.

Il provvedimento di variazione tassi è giunto lo scorso 6 luglio e interessa solo chi sottoscrive un nuovo buono fruttifero postale. Chji ha un titolo antecedente al 6 luglio, quindi, dovrà accontentarsi del vecchio rendimento come sottolinea SkyTg24.

Nonostante gli interessi non proprio eccellenti, comunque, i buoni postali restano una forma di investimento/risparmio tra le più apprezzate in Italia.

Secondo i dati riportati da Ilcorriere, infatti, sono oltre 26 milioni i bfp in essere. Ed è la città di Napoli quella ad avere il primato di buoni emessi, sono 2.697.432 contro i 2.120.568 di Roma. Questo significa che nella città partenopea così come in tutta la Campania, la tradizionale del risparmio postale continua a essere forte. Tanti cittadini, infatti, si affidano a questa tipologia di salvadanaio che è ritenuta sicura perché garantita dallo Stato Italiano.

Buoni postali fruttiferi, tutti i nuovi rendimenti

Tra i buoni fruttiferi postali che offrono rendimenti più alti dopo l’aggiornamento del 6 luglio c’è quello per minori. Sono dedicati ai più piccolo in modo tale che possano realizzare i loro grandi progetti. Gli interessi, infatti, maturano con la loro maggiore età. Il rendimento annuo lordo arriva al 3,50% dopo 18 anni. Possono essere sottoscritti da un genitore, da un nonno o semplicemente da un amico.

Ci sono poi i bfp 4 Anni Risparmio Semplice sottoscrivibili solo se si attiva un Piano di Risparmio Risparmiosemplice. Con questi titoli si può ottenere un rendimento premiale a scadenza dell’1,50% annuo lordo se si raggiungono minimo ventiquattro sottoscrizioni periodiche nel piano. Il tasso effettivo di rendimento annuo lordo alla fine di ciascun anno standard è dell’1%.

I buoni fruttiferi ordinari sono i prodotti per investimenti fino a 20 anni. Il capitale che si investe in essi si può richiedere quando si vuole ma gli interessi vengono riconosciuti solo dopo 1 anno dalla sottoscrizione e poi ogni due mesi. Il rendimento effettivo annuo lordo arriva al 2% dopo 20 anni.

Gli altri bfp e le differenze con i Btp

Di recente Poste Italiane ha lanciato un nuovo buono fruttifero postale. Si tratta del Rinnova dedicato a chi ha un titolo scaduto a partire dal 20 settembre ed entro il suo periodo di collocamento. Tale buono è l’ideale per chi vuole reinvestire i propri risparmi fino a 6 anni in quanto offre un rendimento fino al 2,25% annuo lordo.

I buoni fruttiferi postali 3×3 offrono invece un rendimento effettivo annuo lordo fino all’1,75% dopo 6 anni mentre i 3×4 del 2% dopo 12 anni. Il capitale investito in entrambi i casi è richiedibile in ogni momento ma gli interessi nel primo caso maturano dopo 3 anni mentre nel secondo caso dopo tre, sei e nove anni. Chiudiamo con i buoni postali 4×4 per investimenti fino a 16 anni. Sono quelli che, dopo i titoli dedicati ai minori offrono il rendimento più alto, fino al 3% annuo lordo alla scadenza. Anche con questa tipologia di buono, il capitale investito si può richiedere in ogni momento mentre gli interessi maturano dopo quattro, otto e dodici anni.

La differenza con i Btp (buoni del Tesoro) è che il rendimento dei buoni fruttiferi è fissato con Decreto Ministeriale. Quello dei secondi, invece, si aggiorna a ogni asta in base all’andamento del mercato secondario. Chi vuole acquistare o vendere i buoni del Tesoro, quindi, può sfruttare le oscillazioni di prezzo. Può però anche subire delle perdite. A differenza dei Btp, infine, con i buoni fruttiferi postali non si rischiano mai delle perdite sul capitale anche se si volesse ritirare la cifra prima della scadenza.

Ed è per questo che il loro successo continua nonostante i tassi ballerini.

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alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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