Rendimento del 10% per il bond perpetuo di Deutsche Postbank

L’obbligazione subordinata della più grande banca retail tedesca ha registrato un incremento del 40% in dodici mesi. Il rimorso a 100 è previsto fra 4 anni e mezzo
12 anni fa
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Anche in Germania la corsa allo sportello dell’ufficio postale per mettere un po’ di soldi al sicuro è un dato di fatto. La crisi ha spinto molte famiglie tedesche a ricorrere a forme di risparmio simili a quelle italiane, anche se la cultura dell’investimento in prodotti postali è meno radicata che da noi. Deutsche Postbank è la banca retail numero uno in Germania, fondata nel 1989 e privatizzata nel 1996, poi acquisita da Deutsche Bank attraverso un mega aumento di capitale da 9,8 miliardi di euro e successivamente quotata in borsa.

Con i suoi 14 milioni di clienti e i numerosissimi uffici postali disseminati in tutta la federazione, Deutsche Postbank ha resistito abbastanza bene alla crisi finanziaria degli ultimi tre anni, nonostante le agenzie di rating abbiano rivisto in negativo l’outlook di una ventina di banche tedesche, soprattutto dei landers, fra cui anche Deutsche Bank per possibili implicazioni negative conseguenti all’evolversi in senso negativo della crisi in Grecia per la quale anche la banca postale tedesca risulta esposta.

Deutsche Postbank rimane, comunque, una delle migliori banche tedesche – secondo gli esperti – con i suoi 5 milioni di conti attivi (+215mila nel primo semestre 2012), 21,4 miliardi di raccolta (+5% rispetto al 30 giugno 2011 e +4% rispetto all’inizio del 2012) e un Core tier I che si attesta al 10,9%, in progresso di oltre un punto percentuale rispetto a un anno fa. Insomma, sembra che la crisi abbia giocato, alla fine, un ruolo favorevole al risparmio postale, visto che è cresciuto dell’1,7% dalla fine del 2011 e del 3,4% rispetto al 30 giugno 2011 quando il peggio della crisi finanziaria era ancora tutto da venire.

 

Obbligazioni estere: i bond perpetui Deutsche Postbank 5.98% in dettaglio

 

Deutsche Postbank è presente sul mercato obbligazionario con diverse emissioni senior garantite il cui rendimento è ridotto al lumicino e riflette quello dei titoli di stato. Tuttavia, assumendosi i dovuti rischi, è possibile trovare delle buone occasioni scorrendo la lista dei titoli obbligazionari emessi dal colosso tedesco.

In particolare un’obbligazione subordinata di tipo perpetuo a tasso fisso e poi variabile emessa dalla società finanziaria “Deutsche Postbank Funding Trust IV”, controllata interamente da Deutsche Postbank. Si tratta per l’appunto di un bond da 500 milioni di euro (Isin XS0307741917), emesso nel 2007 alla pari, con cedola annuale del 5,98% pagabile il 29 giugno e che prezza circa 85. Ai prezzi attuali, il rendimento è di circa il 10% fino al 29 giugno 2017, cioè calcolato fino alla data prevista per l’esercizio della call. Se l’opzione di richiamo non dovesse essere esercitata (caso abbastanza raro per gli emittenti finanziari), il bond pagherà un interesse variabile calcolato in base all’Euribor a tre mesi + 207 punti base.

 

Bond Deutsche Postbank: negoziazione e rating

Il titolo è negoziabile sul mercato Over the Counter per lotti minimi da 50.000 euro e beneficia del rating BBB per Standard & Poor’s e Ba2 per Moody’s, a fronte di un rating A e A2 della casa madre. Si tratta ovviamente di un giudizio che rispecchia la struttura finanziaria dell’obbligazione – spiega Paolo Borsari, analista per Barclaya – poiché non è direttamente assicurata da Deutsche Postbank, anche se l’emissione porta questo nome, ed è di tipo subordinata, vale a dire che in caso di default o difficoltà dell’emittente, si rischia di perdere l’intero capitale investito. Tuttavia, spiega Borsari, anche alla luce delle nuove regole rinvenenti da Basila3, la probabilità che queste vecchie obbligazioni vengano richiamate alla prima data disponibile sono molto elevate, ragion per cui molti fondi si stanno riempiendo di titoli subordinati perpetui con l’avvicinarsi della scadenza. Il progresso messo a segno dall’inizio dell’anno da Deutsche Postbank 5,98% supera il 40% (vedi grafico) ed è stato finora uno dei pochi titoli che hanno consentito ai gestori di fondi che l’avevano inserito in portafoglio di battere il benchmark in questo orribile 2012.

 

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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