Le recenti elezioni politiche in Grecia hanno assegnato il secondo mandato al premier conservatore Kyriakos Mitsotakis e segnato la fine politica di Alexis Tsipras. L’ex premier ha rassegnato le dimissioni da Syriza, il cartello della sinistra radicale che guidava da circa un decennio e che resta ad oggi il principale partito di opposizione. Questi spunti sono stati letti dal mercato come la conferma dell’uscita dalla fase di eccezione. I bond sovrani in Grecia hanno corso tantissimo negli ultimi anni, trainati dall’ottimismo per i risultati economici e l’implementazione delle riforme.
Se all’inizio dell’anno avessimo investito nel bond della Grecia a 10 anni, avremmo maturato ad oggi una plusvalenza del 6%. Infatti, saremmo passati da una quotazione di 95,74 a una di 101,49. Il riferimento è alla scadenza 30 gennaio 2033 con cedola 3,90% (ISIN: GR0128015725). Nel frattempo, avremmo maturato anche una cedola lorda di circa il 2,15%. In totale, il nostro rendimento lordo sarebbe stato superiore all’8%. Al netto dell’imposizione fiscale, esso sarebbe risultato sopra il 7%.
Bond Grecia, boom finito?
Bisogna tenere anche conto dell’inflazione per valutare la bontà di un investimento a consuntivo. Ebbene, l’indice FOI dell’ISTAT a dicembre era su un valore di 118, mentre a giugno risultava salito a 118,6. In media, quindi, i prezzi al consumo in Italia sono cresciuti in sei mesi dello 0,5%. Pertanto, il rendimento netto reale offerto dal bond decennale della Grecia sarebbe stato del 6,6%. E’ molto elevato e si spiega con il boom delle quotazioni obbligazionarie registrato in questi mesi ad Atene. Ad inizio anno, infatti, lo spread con i Bund tedeschi superava i 220 punti base. Adesso, è inferiore ai 140.
Pertanto, se lo spread tra bond della Grecia e titoli di stato tedeschi fosse rimasto invariato, non ci sarebbe stato alcun aumento delle quotazioni per i primi.