Le pensioni in Italia sono in genere di due tipi. Ci sono quelle collegate alla storia lavorativa del pensionato, cioè ai contributi versati e al montante dei contributi. Pensioni che vengono erogate in base a quanto un lavoratore ha versato e lavorato e che in genere sono quelle di importo medio alto. E poi ci sono pensioni legate a questioni reddituali, questioni di patologie e menomazioni fisiche e in genere, con una spiccata attitudine assistenziale. E sono in genere quelle più basse.
“Buongiorno, ho appena saputo che l’INPS ha emanato una nuova comunicazione con cui sottolinea che i titolari di pensioni di invalidità civile potrebbero presto ricevere la revoca della pensione. Sembra che tutto dipenda da una omessa dichiarazione che i pensionati devono presentare. Io sono un titolare di pensione di inabilità civile e non ho comunicato all’INPS niente, e nemmeno gli anni passati, anche perché nessuno me lo ha chiesto. Senza presentare questa comunicazione o domanda rischio qualcosa? Per me la pensione è importante, perché se la perdo io e mia moglie avremmo serie difficoltà ad andare avanti solo con il suo stipendio da 10.000 euro all’anno. Premetto che stiamo pagando anche un mutuo di casa e che anche se godiamo delle detrazioni fiscali nel 730, il mutuo erode gran parte del nostro reddito. Grazie.”
Pensioni a rischio revoca, l’INPS lancia l’ultimo avviso con il messaggio 3350/2022
Si sta per abbattere un’autentica mannaia sulle pensioni di molti italiani.
Modello RED e modello INVCIV, perché sono obbligatori
Per pensionati titolari di prestazioni assistenziali legate a redditi, ma anche a disabilità, c’è da espletare anche un altro adempimento obbligatorio che è quello del modello INVCIV. In questo caso la comunicazione riguarda eventuali ricoveri in strutture sanitarie ed assistenziali legate al Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Infatti molte prestazioni assistenziali legate alle invalidità sono versate a condizione che il disabile non sia ricoverato in strutture finanziate da fondi statali. Infatti verrebbe meno un principio basilare nell’erogazione della prestazione, cioè il sostegno economico dell’invalido per avere cure a domicilio e permettergli di ridurre il gap sociale dovuto alla disabilità.
Si salvano i pensionati che presentano il 730 o il modello Redditi PF
La comunicazione dell’INPS pubblicata il 12 settembre mette in luce che il rischio revoca ricadrà su chi ha omesso la comunicazione reddituale (modello RED) del 2018 e quelle successive.
Come sanare la situazione
Il nostro lettore non dovrebbe rischiare nulla dal momento che in base alla sua mail, si evince che la sua famiglia, con moglie lavoratrice e titolare di reddito da 10.000 euro annui, anche per via del mutuo, presenta la dichiarazione dei redditi. Sarà probabilmente per questo che al nostro contribuente non sono mai arrivate comunicazioni da parte dell’INPS. AL riguardo però va detto che fare un passaggio nell’area riservata dell’INPS, altrimenti detta “My Inps” e controllare comunicazioni e note da parte dell’Istituto sarebbe consigliabile. Infatti con la digitalizzazione dei servizi telematici dell’Istituto, ormai molte delle comunicazioni che una volta arrivavano a casa del pensionato, adesso vanno scaricate da soli. L’accesso all’area riservata è possibile con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta di Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Per chi non ha nessuno di questi strumenti, meglio delegare il proprio patronato per consentirgli di controllare la situazione. Infatti è tramite il portale dell’INPS e l’area riservata che il pensionato può, in tempo reale, provvedere, se è il caso, a comunicare i dati reddituali con il modello RED o quello di assenza ricoveri con il modello INVCIV.
Cosa devono aspettare i pensionati con la minaccia di revoca della pensione
Per sanare la situazione occorre presentare domanda di ricostituzione della pensione. E sarà questa richiesta che presto potrebbe arrivare ai 33.763 pensionati ritardatari nelle comunicazioni con l’INPS. Infatti l’INPS nei prossimi 60 giorni dovrebbe inviare l’ultimo sollecito ai pensionati, con tanto di preavviso di revoca della prestazione. Una comunicazione che arriverà ai pensionati tramite posta raccomandata con ricevuta di ritorno. Un preavviso che diventerà immediatamente funzionale con sospensione delle prestazioni. In assenza di positivo riscontro da parte del pensionato, cioè senza che il pensionato produrrà ciò che l’INPS chiede, entro i 120 giorni successivi la sospensione si trasformerà in revoca. Inoltre l’INPS potrebbe chiedere al pensionato la restituzione delle somme percepite da quest’ultimo a partire dalla data in cui il pensionato ha omesso la comunicazione 2018.