RICORSO MULTA PER ECCESSO DI VELOCITA’: COME COMPORTARSI
Tra le multe più frequenti ci sono statisticamente quelle per eccesso di velocità. Queste ultime però sono anche quelle più spesso contestabili tramite ricorso, anche se le ragioni da sollevare possono avere risvolti tecnici.
RICORSO AUTOVELOX: A COSA CI SI PUO’ APPELLARE
Il primo punto da cui partire è l’individuazione del mezzo usato per rilevare la velocità. Solitamente si tratta dell’autovelox. Tuttavia questo non va dato per scontato: ci sono verbali in cui è espressamente specificato che la misurazione non è stata fatta elettronicamente ma discrezionalmente dall’agente.
Ma anche nel caso, più frequente, di misurazione elettronica occorre prendere in considerazione il margine di errore. Può darsi che il sistema dell’autovelox riveli dati non corretti o, ancor più verosimilmente, che gli organi incaricati non ne facciano un uso congeniale. Per basare su questa contestazione il proprio ricorso è importante conoscere il modello di autovelox usato (ne esistono diversi modelli), il numero di matricola, la taratura e il decreto di omologazione. Vediamoli uno per uno.
CONTESTAZIONI AUTOVELOX: 3 FATTORI DA TENERE A MENTE
– Il numero di matricola: è il codice che permette di individuare l’apparecchiatura usata e quindi, in caso di ricorso, verificarne il corretto funzionamento. Non è però un elemento che debba risultare per legge dal verbale quindi potrebbe diventare impossibile risalirvi (con evidente pregiudizio del ricorrente).
– Il decreto di omologazione è quello attraverso il quale il Ministero delle Infrastrutture certifica che un autovelox è a norma e ne stabilisce le modalità di utilizzo.
– La taratura consiste nell’adeguamento dell’autovelox agli standard stabiliti dagli istituti metrologici e dai centri di taratura appositi. Allo stato dei fatti fare un ricorso sulla base della taratura presenta dei rischi: la giurisprudenza in materia infatti è stata molto contraddittoria ed è arrivata a sentenze di parere opposto.