Le ragioni che giustificano l’apposizione del divieto di sosta sono diverse e dunque anche eventuali ricorsi per una multa di questo tipo possono avere presupposti differenti. Partiamo dunque dall’analisi della normativa in materia per poi passare alla presentazione delle possibili cause di ricorso.
DIVIETO DI SOSTA CODICE DELLA STRADA: COSA PRESCRIVE IL LEGISLATORE
Il divieto di sosta è sanzionato ai commi 5 e 8 dell’art. 157 del codice della strada. Il Codice della Strada prevede che siano gli enti proprietari delle strade stesse a stabilire quali aree siano destinate al parcheggio dei veicoli e in quali invece la sosta è vietata.
RICORSO DIVIETO DI SOSTA: LE MOTIVAZIONI
[fumettoforumright]
Vediamo dunque quali sono i motivi di ricorso più frequenti e quali possono essere efficaci. Purtroppo spesso online la tendenza è quella a consigliare il ricorso a tutti i costi: in caso di palese impossibilità di accettazione invece questo, non solo rappresenta un costo per il proponente, ma è anche un fattore di ritardo nei tempi della giustizia e quindi va a discapito di tutti i cittadini.
– La buona fede: Abbiamo citato sopra il principio giurisprudenziale secondo cui “la legge non ammette ignoranza”. A tal proposito segnaliamo la sentenza della Cassazione civile numero 29709, del 18 dicembre 2008. Il caso riguardava il ricorso presentato al Giudice di Pace da un automobilista, multato per aver sostato in un’area vietata, il quale adduceva come giustificazione psicologica della sua infrazione, la constatazione della presenza di molti altri veicoli (privi di contravvenzione) nella stessa posizione. Ciò induceva il ricorrente ad escludere il divieto. In primo appello il suo ricorso era stato accolto proprio sulla base della condivisione del comportamento sanzionato anche da parte di altri conducenti. Ma la Suprema Corte non ha accolto questo orientamento ribadendo che l’oggetto del ricorso non può mai basarsi sulla conoscenza del diritto ma solo ed esclusivamente sul fatto.
– Vizi formali del verbale: Come per altre fattispecie, anche nel caso di multa per divieto di sosta, uno dei motivi più frequente dei ricorsi riguarda i vizi formali del verbale, ovvero la mancanza di elementi che servano ad identificare esattamente l’infrazione commessa.
– Questioni temporali: la multa per divieto di sosta può essere contestata anche qualora venga notificata oltre 150 giorni dalla data dell’infrazione o relativamente ad una macchina già venduta a quella data.
– Mancata contestazione immediata: questo motivo non può giustificare il ricorso perché, non essendo presente il conducente nel veicolo, l’autorità pubblica è impossibilitata a notificare la multa immediatamente.
– Mancanza della segnaletica: questo è sicuramente uno dei motivi più efficaci ma va limitato ai casi in cui effettivamente il cartello sarebbe prescritto ex lege. Non potrà dunque appellarsi a questo il conducente che parcheggia l’auto in curva. Il ricorso è ammesso anche se la segnaletica era presente ma poco visibile.
– Più multe in un giorno: chiudiamo con quello che più che un motivo per fare ricorso è un’accortezza per i conducenti. Poiché parliamo di sosta essa infatti può essere anche prolungata; supponiamo che siate partiti lasciando il veicolo inavvertitamente in divieto di sosta. Quante multe potete ricevere per la stessa infrazione? La legge stabilisce un limite di una ogni 24 ore. Nei casi in cui invece non è richiesta segnaletica (come il parcheggio in curva sopra citato), l’arco temporale è quello di un girono solare e non di 24 ore.