I ricorsi delle multe per eccesso di velocità sono destinati ad aumentare dopo la sentenza che ha definito illegittimi gli autovelox non revisionati. Il riferimento giurisprudenziale è alla sentenza 113/2015. I giudici hanno bocciato le regole del Codice della strada laddove non prevedono che tutti gli apparecchi «siano sottoposti a verifiche periodiche di funzionalità e taratura». Una sentenza che giova in prima linea ad un automobilista di Cuneo ma che, come è facile prevedere, avrà inevitabilmente ripercussioni su migliaia di verbali non ancora pagati e, di conseguenza, sulle casse dei Comuni che, mediamente, dai verbali delle multe per eccesso di velocità incassano circa 1,2 miliardi all’anno.
Autovelox fissi e mobili: ricorsi contro quelli illegittimi
E’ bene chiarire che la sentenza de qua si riferisce nello specifico agli autovelox usati dalle pattuglie. I cd autovelox presidiati, secondo i giudici della Corte costituzionale devono essere sottoposti a controlli periodici proprio come quelli fissi. La Consulta ha di fatto smontato la teoria secondo cui l’agente che usa lo strumento di misurazione della velocità si accorgerebbe di eventuali malfunzionamenti. Di norma la Polizia stradale fa verificare gli autovelox usati dalle pattuglie, ma non fa altrettanto con le pistole laser puntate dagli agenti sui veicoli in avvicinamento per misurarne la velocità in corsa in tempo reale. La Consulta invece ha espressamente stabilito che la taratura degli autovelox mobili è fondamentale perché “fenomeni di obsolescenza e deterioramento possono pregiudicare non solo l’affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale”.
Ricorsi multe da autovelox non tarati: come procedere
Se nel verbale della multa per eccesso di velocità non è riportata la data dell’ultima revisione dell’autovelox, è possibile richiedere la documentazione al corpo di polizia oppure direttamente al giudice di pace facendo immediato ricorso.