Al via la riforma del catasto e il nuovo calcolo delle rendite catastali con il passaggio dai vani ai metri quadri, nella delega fiscale allo studio del Governo. Ma prima si deve mettere mano all’Imu.
Prima riforma Imu e poi riforma catasto
Riforma del catasto e revisione della tassa Imu, due tematiche strettamente correlate fra di loro e l’una propedeutica all’altra. Il ministro degli affari regionali, Graziano Delrio, nel giorno dell’avvio del confronto tra le forze politiche per la revisione della tassazione Imu e degli immobili in genere, conferma che prima si dovrà procedere a riformare l’Imu, l’imposta municipale sugli immobili introdotta dal decreto salva Italia e dopo si metterà mano al catasto.
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Riforma catasto: cosa cambierà
L’indiscrezione trapelata parla di un ritorno al federalismo catastale dei comuni, nato con il DPCM del 14 giugno 2007 con cui si dava man forte ai comuni per ciò che riguarda proprio le funzioni catastali. Ciò significa che saranno gli stessi comuni a dover fare il lavoro che fino a poco tempo fa faceva l’agenzia del territorio, ossia raccogliere i dati sui quali dovrà essere definita la nuova rendita catastale e il nuovo valore patrimoniale, i due elementi necessari a misurare il valore dell’immobile su cui calcolare le tasse, tra cui l’Imu.
Nuovo catasto: dai vani ai metri quadri
Con la riforma catastale poi si attuerebbe il passaggio dai vani ai metri quadrati e verranno presi in considerazione elementi come la presenza delle scale, dell’ascensore, il piano, l’affaccio, l’esposizione e l’anno di costruzione. Tutti elementi che dovranno essere comunicati dai comuni. Ognuno di questi elementi avrà un suo valore e da quel valore, moltiplicato per i metri quadri, si otterrà il valore patrimoniale dell’immobile.
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