Riforma delle pensioni: al posto di quota 103 un’altra misura, ecco due opzioni

La riforma delle pensioni nel 2025 probabilmente non vedrà i natali. O almeno non ci sarà una vera riforma delle pensioni ma solo alcuni ritocchi alle misure di oggi. Anche se ci sono diverse proposte molto particolari che potrebbero dare adito a una ipotesi di profonda riforma del sistema, usare la cautela in questi casi è necessario. In effetti passare di colpo alla pensione flessibile a 64 anni di età come proposto dai tecnici del CNEL, alzando l’asticella dei contributi da versare da 20 anni a 25 anni, o introducendo nuove finestre per le pensioni anticipate ordinarie, è un insieme
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3 mesi fa
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Tutte le pensioni 2025 misura per misura dopo quanto è successo con la legge di Bilancio e con le poche novità introdotte.
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La riforma delle pensioni nel 2025 probabilmente non vedrà i natali. O almeno non ci sarà una vera riforma delle pensioni ma solo alcuni ritocchi alle misure di oggi. Anche se ci sono diverse proposte molto particolari che potrebbero dare adito a una ipotesi di profonda riforma del sistema, usare la cautela in questi casi è necessario.
In effetti passare di colpo alla pensione flessibile a 64 anni di età come proposto dai tecnici del CNEL, alzando l’asticella dei contributi da versare da 20 anni a 25 anni, o introducendo nuove finestre per le pensioni anticipate ordinarie, è un insieme di provvedimenti che devono essere meglio predisposti.

I tempi stringono visto che siamo alle porte del mese canonico in cui dovrebbe essere presentata la legge di Bilancio. E allora ecco che lo scenario più probabile è il ritocco di alcune misure oggi in vigore. La quota 103 per esempio è una misura che, scadendo a fine anno, deve necessariamente essere considerata.

Riforma delle pensioni: al posto di quota 103 un’altra misura, ecco due opzioni

La quota 103 fu introdotta con la legge di Bilancio del 2023. Nasceva in sostituzione della quota 102 che a sua volta, con la legge di Bilancio 2022, prese il posto della quota 100. La quota 103 doveva cessare a fine 2023. Invece la legge di Bilancio 2024 l’ha prorogata di un altro anno, portando la sua scadenza al 31 dicembre 2024.
La misura oggi prevede i seguenti requisiti:

  • almeno 62 anni di età;
  • almeno 41 anni di contributi.

Il lavoratore per uscire con la quota 103 nel 2024 deve avere almeno 35 anni di contributi senza considerare i figurativi per disoccupazione INPS o per malattia. La pensione di quota 103 prevede alcuni vincoli. Per esempio, il lavoratore che esce nel 2024 con la quota 103 deve accettare il ricalcolo contributivo della pensione. Inoltre, il trattamento percepito con la quota 103 non deve superare 4 volte il trattamento minimo INPS. Questo vincolo scade a 67 anni.

Infine, il lavoratore una volta andato in pensione con la quota 103, che lo faccia a 62 anni piuttosto che a 63 oppure oltre, non deve svolgere alcuna attività lavorativa ad eccezione del lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito per ogni anno solare. Anche in questo caso, a 67 anni viene meno il divieto di lavorare.

Alzare l’età pensionabile per i quotisti, ma non si parlerebbe più di quota 103

La quota 103 scade il 31 dicembre 2024. Il governo potrebbe decidere di rinnovare in sana pianta la misura, prorogando ancora una volta la sua scadenza. Non sono escluse novità. Ma ipotizzare che si torni alla versione 2023, quella che non prevedeva il ricalcolo contributivo e che prevedeva un trattamento massimo pari a 5 volte il trattamento minimo dell’INPS non è possibile. Piuttosto si può pensare ad una stretta sulla misura. E la cosa che appare più probabile è l’inasprimento dell’età minima di uscita. Che da 62 passerebbe a 63 anni, portando di fatto la quota 103 a diventare una nuova quota 104.
In questo modo si proseguirebbe sulla strada vecchia, quella che dal 2019 ad oggi ha visto un costante irrigidimento dell’età di uscita per le pensioni dei quotisti.
Come detto nel 2019 e fino al 2021 c’era la quota 100, con i suoi 62 anni di età e 38 anni di contributi. Senza importo minimo della pensione e senza calcolo contributivo obbligatorio. Con il solo vincolo del divieto di cumulare redditi da lavoro con i redditi da pensione che è diventata la costante per le misure dei quotisti.
Nel 2022 fu la volta di quota 102, con i suoi 64 anni di età e 38 anni di contributi. Anche in questo caso, misura senza calcolo contributivo e senza importo minimo della pensione. E dal 2023 è stata la volta di quota 103, inasprita e corretta nella sua proroga 2024, come accennato in precedenza.

La pensione anticipata di quota 41 per tutti, cosa cambia?

Un’altra soluzione sempre in pista per prendere il posto della quota 103 sarebbe la famosa quota 41 per tutti.

Una misura che man mano che passa il tempo diventa sempre meno favorevole. Perché di fatto copia alcune ristrettezze delle misure che l’anno preceduta.
Ed è così che non appare scontato che al posto di quota 103 entri in campo la quota 41 per tutti. Tanto, per come si ragiona adesso sulla misura, le similitudini con la quota 103 diventano sempre più forti. Infatti pare che anche sulla quota 41 per tutti si inserirebbe il discusso ricalcolo contributivo della pensione.
In pratica, si potrebbe arrivare alla soluzione di eliminare semplicemente il vincolo dei 62 anni di età. La chiamano quota 41 light proprio perché imporrebbe il calcolo contributivo della pensione come quota 103.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

2 Comments

  1. La pensione è un diritto di tutti i lavoratori x tutti coloro che hanno versato i contributi.Sono dell’ idea di mandare in pensione tutte le persone che hanno versato i soliti 35 anni di contribuzione, è poi voglio aggiungere basta di agevolare i politici

  2. Buon giorno,
    Leggo nel vostro articolo questa frase
    Il calcolo della pensione è interamente contributivo, ignorando i contributi versati prima del 1996.
    Fatemi capire, allora io prima del 1996 ho maturato 12 e otto mesi che non mi verranno ricalcolati nemmeno col metodo contributivo?
    A me pare una follia che i miei contributi versati regolarmente dal 1982 al 1995 non vengano presi in considerazione nel calcolo interamente contributivo della 103 del 2024. Vi ringrazio se poteste chiarire a me e tanti come me quanto da voi scritto nel articolo

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