Cioè, chello che è stato è stato, basta! Ricomincio da tre! (Massimo Troisi)
Da zero? Da zero! Ricominci da zero! (Lello Arena)
Nossignore, ricomincio da tre! A me tre cose me so riuscite bene nella vita ma pecchè devo ricominciare da zero? (Massimo Troisi)
Volendo riprendere il dialogo tra il grande Massimo Troisi e Lello Arena nel film “Ricominico da tre”, possiamo adattarlo a quanto il legislatore vuole fare nella riforma fiscale. Vuole ricominciare con sistema IRPEF a tre aliquote, invece, che le attuali quattro.
E’ quanto emerge dalla bozza della legge delega fiscale che spianerà la strada verso una revisione dell’attuale sistema del nostro Paese. Un sistema di tassazione IRPEF basato su scaglioni di reddito con aliquote di tassazione differenti. Un sistema che vuole continuare a rispecchiare una tassazione basata sulla capacità contributiva degli italiani.
Nella riforma anche un prima bozza di flat tax per i lavoratori dipendenti.
Gli attuali quattro scaglioni IRPEF
Il sistema fiscale italiano di tassazione IRPEF ha già subito una prima revisione nell’ultimo periodo. Si è passati da un sistema a 5 scaglioni (con altrettante aliquote) ad uno con quattro scaglioni (ed altrettante aliquote).
In dettaglio, prima di questa revisione, erano previsti questi 5 scaglioni:
- 23% – fino a 15.000 euro
- 27% – oltre i 15.000 euro e fino a 28.000 euro
- 38% – oltre i 28.000 euro e fino a 55.000 euro
- 41% – oltre 55.000 euro e fino a 75.000 euro
- 43% – oltre 75.000 euro.
A decorre dal periodo d’imposta 2022, gli scaglioni son divenuti quattro. Sono state eliminate le aliquote del 27% e 38% ed introdotte quelle del 25% e 35% con accorpamento di scaglioni. In dettaglio, questo il quadro attuale:
- 23% – fino a 15.000 euro
- 25% – oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro
- 35% – oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro
- 43% – oltre 50.000 euro.
Le due ipotesi dei tre scaglioni nella riforma fiscale
La riforma fiscale, adesso, vorrebbe nuovamente intervenite portando a tre gli scaglioni. Due le ipotesi sul piatto della bilancia.
La prima, vorrebbe il primo scaglione fermo a 15.000 euro con aliquota del 23% (come oggi, quindi). A seguire un secondo scaglione che andrebbe da 15.001 a 50.000 euro con aliquota del 33%. Infine, oltre 50.000 euro si manterrebbe ferma l’aliquota del 43%.
La seconda ipotesi toccherebbe solo il secondo scaglione, che invece di essere 33% sarebbe il 27%. La scelta tra le due strade, ovviamente, verrebbe a dipendere dalle coperture finanziarie. E’ una cosa che si potrebbe fare solo laddove il governo riuscisse a trovare le risorse.
L’apprezzamento verso questa riforma fiscale arriva anche dai commercialisti (vedi comunicato stampa). Sarebbe davvero la svolta verso un sistema basato su una sola aliquota di tassazione?