Dopo ben 70 anni, tocca all’esecutivo guidato da Meloni riscrivere il sistema di tassazione del nostro Paese. Nel Consiglio dei Ministri di ieri, 16 marzo 2023, è stato approvato il disegno di legge di delega al Governo per la riforma fiscale. Una data storica.
Una riforma fiscale, si legge nel Comunicato stampa diffuso da Palazzo Chigi, che
costituisce un elemento chiave del programma di Governo, volto al rilancio strutturale dell’Italia sul piano economico e sociale. Il disegno di legge individua, tra i principali obiettivi di carattere generale, l’impulso alla crescita economica e alla natalità, mediante la riduzione del carico fiscale, l’aumento dell’efficienza della struttura dei tributi e l’individuazione di meccanismi fiscali di sostegno a famiglie, lavoratori e imprese.
Adesso ci sono da fare i decreti attuativi. Le tempistiche previste per rendere attiva la riforma sono di circa 24 mesi. Dall’IRPEF all’IVA, dall’IRAP all’IRES, senza dimenticare lo Statuto del Contribuenti. Le principali novità riguarderanno questi punti.
Riforma fiscale, le novità per le imposte sul reddito
Nella riforma fiscale si prevede una revisione (graduale) dell’intero meccanismo di tassazione del reddito delle persone fisiche (IRPEF). In particolare:
- l’individuazione di una unica fascia di esenzione fiscale sia per redditi da lavoro dipendente che di pensione (quindi, unica NO tax area);
- deducibilità, anche in misura forfettaria, delle spese sostenute per la produzione del reddito di lavoro dipendente e assimilato;
- possibilità per tutti i contribuenti di dedurre i contributi previdenziali obbligatori in sede di determinazione del reddito di categoria e, in caso di incapienza, di dedurre l’eccedenza dal reddito complessivo;
- una flat tax “incrementale” anche per i redditi da lavoro dipendente. Quindi, un’imposta sostitutiva (con aliquota agevolata) di IRPEF e addizionali.
Dovrebbe essere confermata anche la riduzione a tre scaglioni di tassazione (rispetto agli attuali quattro). Due le ipotesi, ossia tre aliquote a 23%, 33% e 43% oppure 23%, 27% e 43%.
Per la tassazione delle società, quindi, per l’IRES si prevede la riduzione dell’aliquota ma solo laddove siano rispettate determinate condizioni. Il tributo sarà però interessato da una sovraimposta destinata a coprire la graduale abrogazione dell’IRAP.
IVA e Statuto del Contribuente
La riforma fiscale rivedrà anche l’IVA (Imposta sul valore aggiunto) in modo da renderla più in linea con il resto dei paesi europei. In dettaglio ci saranno:
- la revisione della definizione dei presupposti dell’imposta al fine di renderli più aderenti alla normativa dell’Unione europea e delle norme di esenzione;
- la razionalizzazione del numero e della misura delle aliquote;
- la revisione della disciplina della detrazione;
- la razionalizzazione della disciplina del gruppo IVA.
Si interverrà altresì sullo Statuto del Contribuente, ossia le norme che regolano i diritti dei contribuenti. In dettaglio, si prevede il rafforzamento da parte dell’ente impositore dell’obbligo di motivazione, specificando le prove su cui si fonda la pretesa, e del diritto di accesso agli atti del procedimento tributario.