Riforma elettorale: Mattarella si appella ai partiti, che vogliono fregare gli italiani

La riforma della legge elettorale è stata invocata dal presidente Sergio Mattarella. Come mai il Quirinale si sveglia solo adesso?
8 anni fa
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Il rischio ingovernabilità

Mattarella, che pure non sembra auspicare elezioni anticipate nemmeno di pochi mesi, inizierebbe ad avvertire la concretezza e persino forse la necessità di uno scenario simile, altrettanto consapevole che la legge di Stabilità per il 2018 rischi di portare acqua al mulino delle formazioni euro-scettiche, Movimento 5 Stelle e Lega Nord, in primis.

Non meno rischioso appare lo scenario dell’ingovernabilità, che si preannuncia ben più complicato di quello emerso dalle urne nel febbraio 2013, quando è vero che il PD non conquistò la maggioranza assoluta al Senato, ma allora bastarono i seggi della sola Forza Italia a consentire la nascita del governo Letta.

Con i numeri emersi dai sondaggi, invece, nemmeno le larghe intese tra PD, Forza Italia e centristi esiterebbero una maggioranza assoluta in entrambe le Camere, mentre vi sarebbero le condizioni teoriche per un governissimo in mano agli euro-scettici (M5S, Lega e Fratelli d’Italia). (Leggi anche: Sondaggi, adesso c’è una maggioranza sovranista)

Partiti divisi, anche al loro interno

Invocata la riforma della legge elettorale, resta da vedere se i partiti in Parlamento siano in grado di vararne una. Silvio Berlusconi, tradendo un ventennio a vocazione maggioritaria, è oggi per il ripristino del sistema proporzionale, non fosse altro perché solo così ha la certezza di restare centrale anche nella prossima legislatura, nonostante il crollo verticale dei consensi accusati dal suo partito. Il PD è diviso tra i renziani, che vorrebbero un ritorno al sistema uninominale, magari anche a doppio turno, e il resto del partito ad ambire più al proporzionale, così come il nuovo soggetto di sinistra, nato dalla scissione dei democratici.

Al Movimento 5 Stelle converrebbe che la legge elettorale restasse così, in quanto i grillini sanno che qualsiasi modifica sarebbe approvata ai loro danni dagli altri partiti. La Lega Nord, infine, propende per il maggioritario, l’unico sistema di voto, che costringerebbe Berlusconi a stare insieme a Matteo Salvini, accrescendo le probabilità di quest’ultimo di affermare la sua leadership nel centro-destra.

(Leggi anche: Riforma legge elettorale, alla fine si voterà con un Italicum corretto)

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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