La riforma della PA incide in modo sostanziale sull’organizzazione della sicurezza pubblica e delle Forze dell’Ordine. Alcuni corpi vengono drasticamente stravolti in questa riorganizzazione del personale contenuta nel ddl Madia. L’idea è quella di tagliare le spese rendendo più omogenea l’organizzazione attraverso l’accorpamento del personale in servizio e la riduzione dei corpi nazionali passano quindi dai cinque attuali (facenti capo a tre Ministeri diversi) a quattro. Ma non mancano le polemiche.
Riforma PA: militarizzare il Corpo Forestale
La novità più dibattuta della riforma della PA per quanto riguarda l’assetto delle Forze dell’Ordine riguarda l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato in un’altra forza armata, verosimilmente i Carabinieri per i reati ambientali e i Vigili del fuoco limitatamente alle operazioni anti-incendio.
Polizia in città e Carabinieri nelle campagne?
Riusciranno i Carabinieri a compensare la chiusura del Corpo Forestale, considerando che sono previsti tagli e riorganizzazione delle competenze. I carabinieri sarebbero addetti alle zone extraurbane. Questo comporterà anche uno spostamento delle caserme in immobili demaniali per risparmiare sui costi di affitto. La Polizia dal canto suo perderà il pattugliamento in mare, che diventerà prerogativa esclusiva della Guardia di Finanza. I poliziotti saranno invece più massicciamente presenti nei posti di blocco urbani.
Abolizione della Forestale: che fine faranno le divise?
Esiste peraltro una questione non a tutti nota, quella della cd “guerra delle divise”, nata nel lontano 2004 tra Guardia di Finanza e Corpo Forestale.
Numero unico per le emergenze: resta attivo solo il 112
Per quanto riguarda le chiamate di emergenza l’idea contenuta nella riforma PA è quella di far confluire tutte le richieste su una linea unica. Resterà solo il 112 su tutto il territorio nazionale. Addio al 118, al 113 e al 115. Con l’istituzione del numero unico per le emergenze anche l’Italia si allinea all’Unione Europea.