Riforma pensioni 2021 per 2022: è vero che non si tornerà alla Legge Fornero?

Riforma pensioni 2021 per 2022: è vero che non si tornerà alla Legge Fornero? Ad oggi ci sono brutte notizie, ma da qui a fine anno lo scenario è destinato a cambiare, ecco come.
3 anni fa
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Il grosso dubbio sulla riforma pensioni 2021 per 2022: è vero che non si tornerà alla Legge Fornero? Ad oggi in realtà ci sono brutte notizie. In quanto da un lato il Governo italiano non vuole prorogare la quota 100. Mentre dall’altro al momento non c’è una nuova legge in vigore che blocchi proprio il ritorno della riforma Fornero. Quella che è stata varata ai tempi del Governo Molti. E quella che equivale al ritorno in Italia alla pensione anticipata a 67 anni rispetto ai 62 anni dell’attuale quota 100.

Pur tuttavia, dopo la pausa estiva, il Governo italiano al riguardo è chiamato a correre ai ripari. Proprio sulla riforma pensioni 2021 per 2022. Con i sindacati che fanno pressing, ma anche alcune forze politiche, che attualmente sostengono il Governo di Mario Draghi, non vogliono nemmeno sentir parlare di ritorno alla Legge Fornero.

Riforma pensioni 2021 per 2022: è vero che non si tornerà alla Legge Fornero?

Per la riforma pensioni 2021 per 2022, pur tuttavia, evitare di tornare alla Legge Fornero è solo una delle tante ipotesi sul tavolo. Nell’ambito del confronto del Governo con le parti sociali. Se la nuova quota 100 appare necessaria, infatti, in realtà l’oggetto e gli obiettivi della riforma sulle pensioni sono molteplici.

Dalla pensione di garanzia giovani alla quota 41, ecco cosa bolle in pentola

Per esempio, sulla riforma pensioni 2021 per 2022, il Governo italiano guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi guarda anche ai giovani. Al fine di assicurare loro una pensione dignitosa nonostante, spesso, i lavori che sono precari e discontinui. Al riguardo si ipotizza l’istituzione della cosiddetta pensione di garanzia che potrebbe somigliare non poco all’attuale pensione di cittadinanza. In pratica le pensione di garanzia giovani sarebbe una sorta di integrazione al trattamento minimo.

Con i sindacati che, inoltre, sulla riforma pensioni 2021 per 2022 fanno pressioni pure per introdurre la quota 41. Ovverosia, maturare il diritto al pensionamento con 41 anni di contributi versati.

Indipendentemente dall’età anagrafica. Una quota 41 che sia davvero per tutti. Visto che attualmente con quota 41, nel rispetto dei requisiti richiesti, peraltro molto stringenti, possono chiedere ed ottenere la pensione anticipata solo i cosiddetti lavoratori precoci.

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