La riforma pensioni 2022 del Governo italiano guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi è finalmente svelata. In quanto in data odierna si è tenuto il Consiglio dei Ministri. Che ha approvato la manovra finanziaria per il prossimo anno.
Ecco allora, per quel che riguarda la riforma pensioni 2022 del Governo Draghi, quali sono i punti fermi. Ed anche quali sono, in materia di previdenza pubblica, i provvedimenti che potenzialmente possono innescare clamorose sorprese. A partire, in particolare, dalla possibile proclamazione di scioperi contro la manovra da parte dei sindacati.
Riforma delle pensioni 2022 del Governo Draghi svelata. Ecco i punti fermi e le clamorose sorprese
Entrando nel dettaglio della riforma delle pensioni 2022 del Governo Draghi, in linea con le attese dal prossimo anno scatterà la Quota 102. Quindi, con il sistema delle quote, il ritiro anticipato dal lavoro dal 2022 sarà possibile rispetto alla Quota 100 non più con 62 anni. Ma con il requisito anagrafico dei 64 anni di età. Mentre con Quota 102 resta fermo il requisito dell’anzianità contributiva previsto per la Quota 100. Ovverosia, 38 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.
In particolare, per la Quota 102 valida per un solo anno, il premier Draghi nel corso della conferenza stampa, proprio in merito alla riforma pensioni 2022 del Governo, ha parlato non a caso di transizione. Al fine di tornare a regime in pieno al sistema di calcolo della pensione con il metodo contributivo. Su questo percorso, inoltre, il presidente del Consiglio ha dichiarato che l’Esecutivo è disposto ed è aperto al confronto sia con il Parlamento. Sia con le parti sociali.
Perché tornare in pieno al sistema contributivo per le pensioni in Italia secondo il premier
In particolare, secondo il premier Mario Draghi con il pieno ritorno al contributivo, partendo proprio dalla riforma pensioni 2022 del Governo, si potranno aggiustare tante cose.