Con la riforma delle pensioni nel 2023 ci sarà la stangata? È più che probabile in quanto la strada intrapresa dal Governo Draghi è chiara. Ovverosia, quella di alzare progressivamente l’età pensionabile per le pensioni anticipate. Non a caso quella per il 2022, da parte dell’Esecutivo che è guidato dall’ex presidente della BCE, non è in realtà una vera e propria riforma della previdenza pubblica. Ma un intervento con delle misure tampone. Così come è riportato in questo articolo.
Di conseguenza, aspettando e temendo la riforma delle pensioni nel 2023 con la stangata, il 2022 potrebbe essere l’anno giusto per molte lavoratrici e per molti lavoratori.
Riforma delle pensioni nel 2023 con la stangata, il 2022 è l’anno giusto e l’ultima spiaggia per sfruttare tutti gli scivoli
Nel dettaglio, per evitare la riforma delle pensioni nel 2023 con la possibile stangata, l’anno prossimo sarà possibile ritirarsi dal lavoro a 59 anni oppure a 58 anni. Grazie ad Opzione Donna con 35 anni di contributi previdenziali obbligatori versati. Ma con i requisiti, per Opzione Donna 2022, da maturare entro e non oltre il 31 dicembre del 2021.
Inoltre, per dribblare la riforma delle pensioni nel 2023 con la possibile stangata, nel 2022 basteranno 63 anni per ritirarsi dal lavoro con l’Ape Sociale. Ma a patto di rientrare tra le categorie previste. Ovverosia, caregiver, invalidi, disoccupati e lavoratori impegnati in mansioni gravose.
Pure la Quota 102 è l’ultima spiaggia per evitare scaloni dal 2023
Infine, per schivare la riforma delle pensioni nel 2023 con la stangata, pure la Quota 102 è uno scivolo da sfruttare. Anche perché la misura durerà giusto 12 mesi. Con la Quota 102 servono i 38 anni di contributi previdenziali obbligatori versati e richiesti per la Quota 100.